"Sils Maria", un' Eva contro Eva ai tempi di Twilight, con Juliette Binoche e Kristen Stewart

Juliette Binoche e Kristin Stewart in
Ci sono film che rubano il mestiere ai critici. Non solo raccontano una storia ma la commentano. Come se uno scrittore pubblicasse un romanzo già provvisto di note (succede). ...

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Ci sono film che rubano il mestiere ai critici. Non solo raccontano una storia ma la commentano. Come se uno scrittore pubblicasse un romanzo già provvisto di note (succede).




Sils Maria è uno di questi film “al quadrato”. Ovvio: Assayas viene dalla critica, bottega Cahiers du Cinéma. Ed è stato un critico di gusti ampi, da Bergman al cinema di Hong Kong e a mille altri autori. Ma Sils Maria non è un mosaico di citazioni per appassionati. È un'opera a cavallo tra finzione e realtà (il cinema, l'arte della recitazione), come si vede già dal cast.



La protagonista infatti, Maria Enders (Juliette Binoche), è una famosa attrice che si divide tra Hollywood e Europa (proprio come la vera Binoche). Mentre la sua assistente è Kristen Stewart (la star di Twilight). E siccome il film gioca sullo scontro tra ieri e oggi, attrici classiche (Binoche) e dive per ragazzini, si capisce che il cast non è affatto casuale. Ma è solo l'inizio.



Più tardi infatti arriva anche Chloë Grace Moretz, la divetta di Kick-Ass e altri film per teen ager. Qui scelta da un regista furbastro per recitare accanto a Enders/Binoche la famosa commedia di un grande scrittore svizzero appena defunto che a suo tempo lanciò proprio la Enders 18en+ne. Una storia d'amore e dolore fra una ragazza sfrontata e una donna matura. Solo che stavolta, avete indovinato, alla Enders/Binoche tocca il ruolo della tardona. E naturalmente, indovinato di nuovo, la cosa non la rende felice...



Assayas però è troppo intelligente per limitarsi a fondere in qualche modo Eva contro Eva e Persona, quindi irrobustisce tutto con un gioco di specchi iperbergmaniano tra teatro e realtà. Mentre la Stewart aiuta la Binoche a provare la commedia, il gioco di amore/odio fra i personaggi della pièce trascolora infatti in quello che anima le protagoniste del film, le quali a loro volta somigliano alle vere interpreti...



E qui per non perdersi Assayas cala due assi. Il primo è il tormentone Internet, ora aborrito (da Binoche) come simbolo del caos, ora usato (sempre da Binoche) per cercare gossip sulle colleghe.

Il secondo è il paesaggio alpino e in particolare il «serpente di Maloja», una rara e incantevole formazione di nubi che passa in certe stagioni tra le vette dell’Engadina, e fu filmata nel ’24 dal maestro del cinema di montagna Arnold Fanck in una bellissima sequenza riproposta per intero.



Se state ancora leggendo è segno che Sils Maria potrebbe piacervi molto (e siete pronti per un quiz a premi sul cinema). Ma non escludiamo il contrario, perché tutta l'intelligenza del regista, più tutta la bellezza delle immagini e la bravura delle attrici, generano un film molto affascinante ma anche tutto di testa, malgrado l'insistenza sui corpi delle attrici. Che ci parla con molta acutezza e malinconia della crisi di mezz'età di Assayas (classe 1955) e del suo cinema. Ma non si spinge molto più in là. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero