Ci sono film che rubano il mestiere ai critici. Non solo raccontano una storia ma la commentano. Come se uno scrittore pubblicasse un romanzo già provvisto di note (succede). ...
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Sils Maria è uno di questi film “al quadrato”. Ovvio: Assayas viene dalla critica, bottega Cahiers du Cinéma. Ed è stato un critico di gusti ampi, da Bergman al cinema di Hong Kong e a mille altri autori. Ma Sils Maria non è un mosaico di citazioni per appassionati. È un'opera a cavallo tra finzione e realtà (il cinema, l'arte della recitazione), come si vede già dal cast.
La protagonista infatti, Maria Enders (Juliette Binoche), è una famosa attrice che si divide tra Hollywood e Europa (proprio come la vera Binoche). Mentre la sua assistente è Kristen Stewart (la star di Twilight). E siccome il film gioca sullo scontro tra ieri e oggi, attrici classiche (Binoche) e dive per ragazzini, si capisce che il cast non è affatto casuale. Ma è solo l'inizio.
Più tardi infatti arriva anche Chloë Grace Moretz, la divetta di Kick-Ass e altri film per teen ager. Qui scelta da un regista furbastro per recitare accanto a Enders/Binoche la famosa commedia di un grande scrittore svizzero appena defunto che a suo tempo lanciò proprio la Enders 18en+ne. Una storia d'amore e dolore fra una ragazza sfrontata e una donna matura. Solo che stavolta, avete indovinato, alla Enders/Binoche tocca il ruolo della tardona. E naturalmente, indovinato di nuovo, la cosa non la rende felice...
Assayas però è troppo intelligente per limitarsi a fondere in qualche modo Eva contro Eva e Persona, quindi irrobustisce tutto con un gioco di specchi iperbergmaniano tra teatro e realtà. Mentre la Stewart aiuta la Binoche a provare la commedia, il gioco di amore/odio fra i personaggi della pièce trascolora infatti in quello che anima le protagoniste del film, le quali a loro volta somigliano alle vere interpreti...
E qui per non perdersi Assayas cala due assi. Il primo è il tormentone Internet, ora aborrito (da Binoche) come simbolo del caos, ora usato (sempre da Binoche) per cercare gossip sulle colleghe.
Il secondo è il paesaggio alpino e in particolare il «serpente di Maloja», una rara e incantevole formazione di nubi che passa in certe stagioni tra le vette dell’Engadina, e fu filmata nel ’24 dal maestro del cinema di montagna Arnold Fanck in una bellissima sequenza riproposta per intero.
Se state ancora leggendo è segno che Sils Maria potrebbe piacervi molto (e siete pronti per un quiz a premi sul cinema). Ma non escludiamo il contrario, perché tutta l'intelligenza del regista, più tutta la bellezza delle immagini e la bravura delle attrici, generano un film molto affascinante ma anche tutto di testa, malgrado l'insistenza sui corpi delle attrici. Che ci parla con molta acutezza e malinconia della crisi di mezz'età di Assayas (classe 1955) e del suo cinema. Ma non si spinge molto più in là. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero