Arriva "Shazam!", ovvero: come diventare supereroi a 14 anni

Una scena di "Shazam!"
Le benefiche dosi di humour e ironia in "Wonder Woman" e "Aquaman" hanno allontanato il mantello di ...

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Le benefiche dosi di humour e ironia in "Wonder Woman" e "Aquaman" hanno allontanato il mantello di

cupezza "cucito" a volte troppo stretto sugli ultimi adattamenti di capisaldi della DC Comics come Superman e Batman. Ora è "Shazam!" di David F. Sandberg, con Zachary Levi, Mark Strong, Asher Angel, Jack Dylan Grazer e Djimon Hounsou, che fonde commedia action e fantasy con tono e humour adatti a tutta la
famiglia, in arrivo in sala il 3 aprile con Warner Bros, a portare una nuova ventata di leggerezza nei cinecomic del DC Extended Universe.

Nato da Bill Parker e C.C. Beck per la Fawcett Comics, nel 1939, con il nome di Captain Marvel, diventa Shazam (per evitare l'omonimia con il personaggio nato nel frattempo in Casa Marvel), quando la Dc Comics, che ne aveva acquisito i diritti, comincia a pubblicarlo dal 1973. Un'identificazione con la parola magica, che nella storia, consente al 14enne Billy Batson (Angel), cresciuto senza genitori e in perenne ricerca della
madre, di diventare, quando vuole, e senza perdere il suo cuore di bambino, un supereroe adulto con la saggezza di Salomone, la forza di Ercole, la resistenza di Atlante, il potere di Zeus di scagliare fulmini, le abilità di combattimento di Achille e la velocità di Mercurio.

Un personaggio dalla doppia anima perfettamente incarnato da Levi, già protagonista della serie tv comedy/spy Chuck e interprete, fra gli altri, del guerriero asgardiano Fandral negli ultimi due film della saga Marvel di Thor.
Ad attribuire a Billy i superpoteri è un anziano mago (Djimon Hounsou), in cerca di un "campione" dal cuore puro che possa succedergli nel preservare il mondo dal dominio dei Sette Peccati capitali. Una ricerca che per anni lo aveva portato a mettere alla prova, invano, decine di candidati, tra i quali il piccolo Thaddeus Sivana, che da adulto (Strong), trova il modo di rigenerarsi come supercattivo.

Un versante fantasy, ben sviluppato nel film da Sandberg (regista svedese che ha contribuito con film come "Lights Out" e "Annabelle 2: Creation", alla cosiddetta "rinascita dell'horror" in corso nel cinema Usa), e controbilanciato con efficacia da un altro elemento che assume un ruolo fondamentale (e spettacolare)
nella storia, la famiglia. Quella ideale che Billy sogna di riformare con la madre e quella reale alla quale, l'adolescente, sempre in fuga, viene affidato: un'accogliente casa famiglia dove tra i cinque nuovi "fratelli" e "sorelle" trova Freddy (Grazer), disabile, bullizzato e appassionato di fumetti, che aiuterà Billy/Shazam a testare i suoi poteri, con tanto di video in rete. Tra selfie con i fan, e dimostrazioni di potenza a
contributo libero come gli artisti di strada, Shazam, da bravo supereroe, si ritroverà a combattere contro la sua nemesi..

«Abbiamo deciso di raccontare la storia di Billy Batson - spiega Sandberg nelle note di produzione - sottolineando che la famiglia non è necessariamente quella di sangue, ma quella dove
si instaurano i legami forti: che puoi trovare una casa anche dove non la stai cercando. E poiché stiamo parlando di Shazam, abbiamo anche potuto sperimentare la realizzazione del desiderio

di ogni bambino di diventare un supereroe, nel modo più grande, comico, eccitante, pieno d'azione e magico». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero