Il rapper Ser Key a Junior Cally: «Usi la popolarità a fin di bene»

Il rapper Ser Kelly
Altro che canzoni di violenza e femminicidio, a Pollena Trocchia (Napoli), paesino alle falde del Vesuvio dal quale è partita nei giorni scorsi una petizione di dirigenti...

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Altro che canzoni di violenza e femminicidio, a Pollena Trocchia (Napoli), paesino alle falde del Vesuvio dal quale è partita nei giorni scorsi una petizione di dirigenti scolastici e genitori contro la partecipazione a Sanremo di Junior Cally, a farla da padrone è la difesa dell’ambiente e la lotta alla criminalità con i testi di un rapper locale dalla faccia pulita e l’animo buono. Carmine Vecchione, in arte Ser Key, non ci sta al «rap cattivo a tutti i costi», e lancia un appello proprio a Junior Cally a usare la popolarità per «veicolare messaggi importanti, come il rispetto per l’ambiente e a stare lontani dalla violenza e dalla criminalità organizzata, che può solo portare i ragazzi in galera o al camposanto».


Ser Key, 24 anni, sta dominando da qualche giorno la scena locale con il singolo Amazzonia, girato in parte nelle stesse scuole dirette da Angela Rosauro, la dirigente che ha lanciato la petizione contro Junior Cally per «non sdoganare sul palco dell’Ariston la violenza ed il femminicidio», alla quale hanno aderito oltre 19 mila persone da tutta Italia in meno di una settimana. «Ho scelto un altro modo di fare rap - racconta Ser Key - i miei testi hanno uno sfondo sociale e sono diretti ai giovani, ai ragazzi, ai quali mi rivolgo in maniera diretta, ma senza violenza alcuna. Per questo il video di Amazzonia è stato girato in una scuola elementare, quella che frequentavo da bambino e sul Vesuvio, che pure l’anno scorso bruciava, come l’Amazzonia o l’Australia, terre martoriate che meritano una rivincita e che devono essere salvaguardate. I giovani sono il futuro, e non dobbiamo arrenderci, si deve lottare per il nostro pianeta». «Junior Cally è bravo dal punto di vista della metrica, del flow e canoro - ha concluso - ma certamente non farei ascoltare la sua musica a un mio figlio. Dovrebbe approfittare della sua popolarità per veicolare altri tipi di messaggi, non certo quelli che trapelano dai testi di Strega ad esempio».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero