Alla Casa del Cinema va in scena una serata evento contro i razzismi e ogni forma di discriminazione. E' il messaggio della sesta edizione del Roma Africa Film...
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Accolti dal direttore artistico del festival, Antonio Flamini, non si perdono l'appuntamento i registi Kassim Yassin Saleh, Giancarlo Scarchilli e Massimo Spano, gli ultimi due autori del film The King of Paparazzi, su Rino Barillari. Si avvicina la deliziosa modella e attrice Maria De Sousa, in giallo. Jo Capalbo é con Renata Di Leone, Bruno Bilotta, Adriana Russo e l'autore Tommaso Vitali. Il saluto é a cura del presidente del festival, Cleopas Adrien Dioma. «Come il mondo si è unito per rispondere alla sfida della pandemia, allo stesso modo occorre che risponda a tutte le altre malattie e insidie che attraversano le nostre società», dice Sello Hatang, Ceo della Nelson Mandela Foundation, in un video messaggio trasmesso integralmente in apertura. Gli organizzatori della kermesse prendono spunto da I can't breathe, lo slogan associato al movimento statunitense Black Lives Matter, e dal tragico episodio della morte di George Floyd.
Tema che fa riflettere anche Francesco Dominedò con l'attrice Giulia Pagnacco, in tubino nero e profonda scollatura sulla schiena. «Lo scopo della nostra iniziativa dice Flamini - è dare un contributo di idee e di sensibilità su questioni che vanno oltre l'Africa e il cinema africano perché hanno una valenza che riguarda ciascuno di noi».
Si fa finalmente buio per la proiezione dei due film in scaletta. Il primo è I am not your negro, docufilm firmato da Raoul Peck e tratto da un romanzo di James Baldwin. Candidato ai Premi Oscar nella cinquina come miglior documentario 2017 e raccontato con le parole di James Baldwin e la voce di Samuel L. Jackson, il film tocca le vite e gli assassinii di Malcom X, Martin Luther King Jr. e Medgar Evers.
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Il Messaggero