Sconnessi, i protagonisti Memphis e Bentivoglio: «Social? Non ci piace avere una finestra aperta sulle nostre vite»

Se per uno scherzo del destino fossimo disconnessi dalla rete? O meglio “Sconnessi”, come recita il titolo del film diretto da Christian Marazziti, cosa succederebbe...

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Se per uno scherzo del destino fossimo disconnessi dalla rete? O meglio “Sconnessi”, come recita il titolo del film diretto da Christian Marazziti, cosa succederebbe nella nostra quotidianità? I protagonisti di questa commedia ci forniscono alcune risposte a questa ipotesi, che per molti può suonare come un incubo. Nessun accesso ai social o Google a rispondere ai nostri quesiti, stessa sorte per Whatsapp e neanche la possibilità di una primitiva telefonata.


Ricky Memphis, Fabrizio Bentivoglio, Carolina Crescentini e Stefano Fresi, membri di una famiglia allargata alle prese con problemi di comunicazione e relazione, sono costretti a condividere un fine settimana in una casa immersa nella natura del Trentino. La rete salta (c’è la mano di uno del gruppo) e i problemi affiorano. Così come quella dipendenza dal web, patologia del nuovo millennio, che costringe ognuno di loro, ad affrontare con la parola e non con i tasti digitali di uno smartphone, le proprie difficoltà. Chi non può cercare la chat hot, chi non può vendere i propri prodotti online, chi non può videochiamare gli amici social.
 

L’idea di “Sconnessi” è nata da un’esperienza personale del regista. “Il giorno del mio compleanno si è spento il cellulare e non potevo rispondere ai messaggi di auguri. Ho provato momenti di panico e ansia. In quel momento ho capito questo tipo di dipendenza (nomofobia) ed è nato il film”.

Il parere di Memphis e Bentivoglio è opposto a quello del regista e dei personaggi del film. “Lo trovo uno strumento molto utile, soprattutto per i miei figli” dice l’attore romano “ma non sono social, perché non mi piace che si apra una finestra sulla mia vita privata”.


Anche per Bentivoglio, nel film uno scrittore in crisi creativa che trova nel week-end senza rete nuova linfa creativa, il web non è una dipendenza, anzi “non ho nessun profilo” ammette “appartengo all’era analogica e per esempio trovo utile fermarsi a parlare con le persone se non trovo un indirizzo su Google maps”. E a proposito di era analogica, aggiunge Ricky Memphis “io ricordo ancora quando andai in Spagna con un gruppo di amici e uno di loro aveva un sacchetto di gettoni per telefonare”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero