Sanremo, seconda serata: Irene Grandi vola, Nina Zilli affascina, Biggio e Mandelli divertono

Sanremo, seconda serata: Irene Grandi vola, Nina Zilli affascina, Biggio e Mandelli divertono
SANREMO Gasato dagli ascolti Carlo Conti, affiancato dalle sue damigelle Arisa (con apertura che mette in evidenza il suo seno) e Emma sempre più spigliate oltre l'inutile...

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SANREMO Gasato dagli ascolti Carlo Conti, affiancato dalle sue damigelle Arisa (con apertura che mette in evidenza il suo seno) e Emma sempre più spigliate oltre l'inutile (ma non per colpa sua, ma perché il ruolo è superfluo) Rocio Munoz Morales, ha varato la sua seconda notte all'Ariston con il sorriso delle occasioni fortunate. Il balsamo nostalgico di Albano e Romina, gran catalizzatore di ascolti, non c'è.










Ma la serata però si è allungata ancora una volta con un'altra sventagliata di ospiti spalmati come la marmellata sul pane, la più barbuta e discussa, Conchita Wurst, ma la più saporita doveva essere Charlize Theron, la diva hollywoodiana rimasta impressa nella memoria del conduttore da quello spot girato tanti anni fa in Italia, con la gonna gli si sfilava per colpa di un filo galeotto. E' finita con una di quelle lunghe e inutili chiacchierate che coinvolgono i divi hollywoodiani quando vengono al Festival, un rito inutile e dispendioso. Che ha fatto il paio con la delusione dello spazio comico affidato a Angelo Pintus, il comico di Colorado.



Quanto all'apertura, il quadro della gara fra le Nuove proposte, infilate subito dopo il Tg1, è desolante e la sfida a caldo, dentro uno fuori l'altro, si è perso nello spazio dell'anteprima. Oltre mezz'ora per due confronti. Se poi si aggiunge che i primi quattro prescelti lasciano a desiderare parecchio quanto a qualità la frittata è pronta. La prima battaglia fra i Kutso (il loro nome andrebbe pronunciato all'americana leggendo la u come fosse una a, ma non al Festival) e il diciassettenne romano Kaligola, che si è presentato col nonno, il noto contrabbassista di jazz Giorgio Rosciglione che dirigeva l'orchestra, è andato alla band con l'impertinente Elisa, un pezzo che comincia così: «Buio in fondo a un cinema, facciamo petting a volontà». Nella seconda ha vinto il non esaltante cantautore toscano Enrico Nigiotti, reduce da Amici 9, sulla savonese Chantal Saroldi in arte Chanty, una sorta di Malika dei giovani. In questo modo la gara dei giovani resta un accessorio, un corpo estraneo al Festival. Tanto vale abolirla, tanto più che fra i big molti sono giovani alle prime armi.



Il Festival vero è cominciato, così, all'ora canonica delle prime serate, con un bel tocco visivo, questo si di qualità, quello della compagnia americana dei Pilobulos che ha coreografato alcune canzoni compresa una divertente Quando, quando remix. Subito dopo via alla gara con gli altri dieci canzoni dei big. A farsi notare è Nina Zilli, che sbaglia vestito è molto emozionata, ma ha gran padronanza vocale e un pezzo sanguigno che pesca a piene mani dalla black tradizione, Sola. I più divertenti, è ovvio, sono i Cochi e Renato del Festival, Biggio e Mandelli che allestiscono un numero con la loro Vita d'inferno, una delle poche canzoni a sfiorare la realtà quotidiana. Ma finiscono nella seconda parte della classifica, quella che va dal settimo al decimo posto, assieme a Bianca Atzei, Moreno e Anna Tatangelo. Più in alto, fra la sesta e la prima posizione Marco Masini, Il volo, Irene Grandi, Raf, Lorenzo Fragola. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero