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Chi può, metta il volume al massimo. Perché se c'è una serata da ballare, sia pure nel salotto di casa, è questa. Sarà il rock dei superospiti Maneskin e l'electro-house dei Meduza ad aprire stasera alle 20.45 su Rai1 la 72esima edizione del Festival di Sanremo, il terzo della direzione Amadeus e il secondo dell'era Covid, con i suoi primi 12 cantanti in gara: Gianni Morandi (Apri tutte le porte), Massimo Ranieri (Lettera di là dal mare), Noemi (Ti amo non lo dire), La Rappresentante di Lista (Ciao ciao), Yuman (Ora e qui), Giusy Ferreri (Miele), Dargen D'Amico (Dove si balla), Achille Lauro (Domenica), Rkomi (Insuperabile), Mahmood e Blanco (Brividi), Michele Bravi (Inverno dei fiori) e Ana Mena (Duecentomila ore).
Sanremo al via stasera, inno alla gioia
Un festival «della gioia» a priori, con il pubblico tornato a riempire il teatro Ariston, i fan ad assediare il tappeto verde, i bookmaker a dare i numeri (favoriti Elisa e la coppia Mahmood - Blanco) e una raccolta pubblicitaria che supererà, secondo la Rai, i 38 milioni di euro. «L'anno scorso è stato come andare al ristorante e trovare solo dieci tavoli. Mancava la festa, l'allegria. Tanti italiani hanno dovuto vedere il festival da soli: è stato tristissimo» ha detto ieri Amadeus, ringraziando «l'eroico» Fiorello, sul palco stasera e poi chissà, «che fino alla settimana scorsa non pensavo venisse. Avevo fatto preparare una sagoma per sostituirlo».
LA POLEMICA
Del Covid, che ieri ha colpito altri due addetti ai lavori, non si ha molta voglia di parlare: il cosiddetto piano B, per sostituire Amadeus con un altro conduttore in caso di contagio, «esiste ma non su carta - ha spiegato il direttore di Rai1 Stefano Coletta - preferiamo reagire sul momento in caso di emergenza». E Amadeus minimizza: «Se mi ammalo? Non ci voglio pensare. In caso resterete qui 10 giorni con me». Quanto ai vaccini per gli artisti, varranno le regole applicate nei teatri a livello nazionale, e cioè, ha precisato Coletta, «l'essere non vaccinato non può pregiudicarne la presenza in gara». Ad aprire le danze, nel vero senso della parola, sarà la prima delle cinque co-conduttrici di Amadeus, la 66enne Ornella Muti, a Sanremo con un look ecologico e vestiti in fibra naturale, un peplo nero e un tulle color carne, scelti dalla figlia Naike Rivelli. «Muti è una donna iconica - ha detto di lei Amadeus - l'ho voluta perché rappresenta il cinema italiano e può dire molto di sé». Quello dell'attrice sarà uno stile decisamente verde erba, in linea con il suo impegno per la legalizzazione della cannabis: un tema - oggetto di un referendum, sulla cui ammissibilità si pronuncerà il prossimo 15 febbraio la Corte Costituzionale - che Muti potrebbe affrontare oggi, durante un evento in città, fuori dall'ufficialità del festival. E che già ieri serviva la polemica su un piatto d'argento: «Non vorremmo che il festival diventasse il megafono dell'antiproibizionismo», è stato il commento di Fratelli d'Italia, allertati dalle foto pubblicate su Instagram dalla figlia.
Sempre stasera sul palco dell'Ariston arriverà, dopo l'Australian Open e la sconfitta contro Rafael Nadal, il tennista romano Matteo Berrettini, a coprire la casella sportiva ricorrente nei festival di Amadeus.
L'OMAGGIO
E se il conduttore ha benedetto ieri l'esibizione di Cesare Cremonini, pronto per cantare giovedì con un possibile omaggio a Lucio Dalla a dieci anni dalla scomparsa, restano ancora in attesa di conferma i nomi quasi certi di Marco Mengoni - da poco al sessantesimo Disco di platino della carriera, con l'album Materia (Terra) - e Alessandro Cattelan, ieri ancora a Milano, probabile conduttore dell'Eurovision Song Contest con Laura Pausini («L'Eurovision? Me lo guardo da casa, io non so le lingue», il commento di Amadeus).
Chiusa in un nulla di fatto la polemica tra il rapper Junior Cally e Highsnob, definita ufficialmente da Rai «infondata e diffamatoria», il festival può dunque cominciare. Con una sola nota stonata nell'inno alla gioia generale: «Mancano gli ospiti internazionali - ha ammesso Amadeus - Per averli servono accordi mesi prima, da conciliare con le tournèe e con la pandemia. Ci abbiamo provato, ma è impossibile».
Il Messaggero