Sanremo, le ultime dal Festival: assenti i rapper, per i duetti spuntano Arisa, Skin e Masini

Sanremo, le ultime dal Festival: assenti i rapper, per i duetti spuntano Arisa, Skin e Masini
Pure con i Pooh destrutturati, col crooner che canta in italiano, con l’epistolario che ricorda David Bowie. Non manca nemmeno lo stornello romano. Il Festival baglioniano...

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Pure con i Pooh destrutturati, col crooner che canta in italiano, con l’epistolario che ricorda David Bowie. Non manca nemmeno lo stornello romano. Il Festival baglioniano (6-10 febbraio) è servito. Le canzoni ci sono. E un primo ascolto è stato fatto. Almeno per la stampa riunita a porte chiuse nella sede Rai di Milano. «Siamo tutti fallibili. Ma con quest’uva che abbiamo faremo il miglior vino possibile», dice - riferendosi alle canzoni - in collegamento video causa influenza. I temi, «con i testi non banali che descrivono i nostri tempi», ci sono un po’ tutti: l’amore mantiene la sua centralità come tradizione comanda, ma non manca attualità, terrorismo, violenza sulle donne, astensionismo e qualche riferimento politico. E i suoni? Affondano più che mai le radici negli anni ’60-’70-’80. Sarà per la media dei 50 anni dei Big. Ma anche i “più giovani” in gara non si esimono da scelte “vintage”.


INTERPRETI
«Abbiamo scelto gli artisti con l’identikit da interpreti», dice Baglioni che quest’anno festeggia proprio i suoi cinquant’anni di carriera. «C’erano almeno altre 20 canzoni che avrei portato in gara. Per quello avevo proposto un Festival di due settimane. Ma per fortuna non mi hanno dato retta». Assenti i rapper o i trapper, «perché non si sono presentati», ribadisce. «Sarà per il loro forte pregiudizio legato al Festival, ma la mia intenzione c’era». Anche se un accenno al rap attuale c’è nel duo Meta-Moro (Non mi avete fatto niente).

Non mancano le ballad, da quella “british” di Annalisa (Il mondo prima di te) al pop di Noemi (Non smettere mai di cercarmi) al trio con l’elegante voce di Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico (Imparare ad amarsi), alla Zilli che canta la donna in varie sfaccettature (Senza Appartenere). L’inedito di Lucio Dalla, testo e musica, interpretato da Ron (Almeno Pensami) è un tuffo in quella che era la sua magia cantautorale. Il rock è presente con Le Vibrazioni (Così Sbagliato) che portano un brano che accenna a sonorità anni ’70. A cantare l’amore ci pensa pure Giovanni Caccamo (Eterno). Sperimenteranno l’italiano, The Kolors (Frida) e Mario Biondi (Rivederti). I Pooh tornano a “pezzi” con Ognuno ha il suo racconto di Red Canzian e il duo Roby Facchinetti - Riccardo Fogli (Il Segreto del Tempo), riconoscibilissimi in pieno “pooh sound”. 

Ad accogliere la durata di quattro minuti delle canzoni proposta da Baglioni, «contro ogni condizionamento esterno», come l’esigenza radiofonica, solo Diodato in coppia con la tromba di Roy Paci (Adesso) ed Enzo Avitabile con Peppe Servillo (Il Coraggio di Ogni Giorno), questi ultimi su una world music che si apre alla melodia sempre più napoletana. Max Gazzè porterà praticamente l’essenza di un’opera sinfonica (La Leggenda di Cristalda e Pizzomummo), mentre Luca Barbarossa lo stornello romanesco (Passame er sale). Interessante la citazione dei Decibel di Bowie (Lettera dal Duca) e Lo Stato Sociale con un indie pop insolito (Una vita in vacanza). E poi il lirismo di Renzo Rubino (Custodire) e i saluti alla Stanlio e Ollio di Elio e Le Storie Tese (Arrivedorci).

I DUETTI

Svelati alcuni dei duetti della serata del venerdì: Skin con Le Vibrazioni, Alice con Ron, Alessandro Preziosi con Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico, Serena Rossi con Renzo Rubino, Giusy Ferreri con Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, Michele Bravi con Annalisa, Anna Foglietta con Luca Barbarossa, i brasiliani Daniel Jobim e Ana Carolina con Mario Biondi, Arisa con Giovanni Caccamo, Marco Masini con Red Canzian, i Neri per Caso con Elio e le Storie Tese. Insomma, il direttore artistico più musicale di sempre pare avere pensato a tutto. E se la conduzione del Festival sarà affidata alla Hunziker e a Favino (ma si attende l’annuncio di un terzo conduttore), Baglioni sul palco potrebbe salirci spesso perchè «è difficile tenermi lontano dalla musica». E se da una parte è «terrorizzato dall’Auditel perché è vero misuratore del lavoro», dall’altra è certo del grande lavoro che è stato fatto in poco tempo. Il Dopofestival? Sarà quasi certamente affidato alla conduzione di Edoardo Leo. Il resto si vedrà “strada facendo”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero