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«Ho ricevuto una telefonata dal presidente Mattarella: se non avessi visto il prefisso 06 e la persona che mi ha chiamato dicendo che mi avrebbe passato il presidente, non ci avrei creduto. È stata una telefonata bellissima: il presidente ha seguito il festival, si è complimentato e ha ringraziato per l'omaggio che lo ha commosso». Ad Amadeus brillano gli occhi mentre racconta in sala stampa la sorpresa di quello squillo arrivato dal Quirinale, dopo l'omaggio di ieri al capo dello Stato sulle note di Grande, grande, grande, in ricordo dell'ultimo concerto di Mina, nel 1978: quella sera in platea alla Bussola c'erano anche Mattarella, la moglie Marisa e il fratello Piersanti.
«È la sua telefonata che mi commuove, gli ho detto. È stato un omaggio semplice, fatto con il cuore. Il presidente ha ricordato la serata alla Bussola, essendo un grande fan di Mina ha gradito veramente il nostro omaggio. Lo ringrazio di cuore, questo gesto mi commuove», continua raggiante. «È stata una telefonata che non dimenticherò mai, avrei voluto quasi registrarmela per farla sentire un giorno ai nipoti. È stato emozionante: anche il tono di affetto, diretto, semplice di questo grande uomo mi ha emozionato». Anche Mina ha apprezzato: «È stata molto contenta, il presidente è un grande italiano», dice Massimiliano Pani.
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Amadeus e gli ascolti
L'"endorsement" del Colle rilancia con forza l'ipotesi di un prolungamento del mandato per il direttore artistico, protetto anche dalla benedizione dell'Auditel: la terza serata ha raccolto 9 milioni 369 mila spettatori con uno share del 54.1% e finora il festival viaggia su una media vicina al 55%, la più alta dal 1997 (un'era geologica fa per la tv), confermando il trend in crescita per gli ascolti e il boom sul pubblico dei giovanissimi (in particolare con il 74% raggiunto sul target femminile 15-24 anni). »Passare dall'entusiasmo di Morandi alla bellezza adolescenziale di Sangiovanni è davvero commovente, ed è quello che il servizio pubblico dovrebbe sempre fare.
La quarta serata
A quanto si apprende, di sicuro l'ad Carlo Fuortes - che è a Sanremo a sostegno della squadra impegnata nel festival - apprezza il lavoro di Amadeus ed è concentrato su questa edizione. Il conduttore sceglie la linea diplomatica: »Prima c'è da finire questo Sanremo, perché siamo a partita in corso. Finiamo, e poi avremo modo di incontrarci e parlare. Sarebbe prematuro e inopportuno sia il sì che il no«, risponde. »Rappresento la Rai, è l'azienda per la quale ho il piacere di lavorare, vivo al presente pensando a questa sera e cercando di conservare la voce: ieri ero in giro alle 4 con il cane perché non riuscivo a dormire«. E poi ci sono »le telefonate, le centinaia di messaggi ai quali non riesco a rispondere, c'è Fiorello che mi chiama tutti i giorni. Vorrei fotografare questo momento perché è un sogno che diventa realtà«. Tra i meriti del festival c'è l'aver illuminato i diritti e la dignità: »Dignità è un festival dei diritti e della dignità. «Dignità è una parola molto importante. Ognuno di noi ha la sua, nel lavoro, nei pensieri, nelle azioni. La dignità per me è libertà: ognuno deve rispettare quella altrui e pretendere il rispetto per la propria. Non penso che siamo più avanti rispetto al Paese, abbiamo solo portato questi temi sul palco».
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Il Messaggero