Roma, a teatro con Shakespeare: ci sono le Allegre comari di Windsor

Roma, a teatro con Shakespeare: ci sono le Allegre comari di Windsor
Tutti pazzi per Shakespeare, rivisitato. Al teatro di via della Mercede lunga fila di vip in attesa di prendere posto. Si rappresenta “Le allegre comari di Windsor”,...

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Tutti pazzi per Shakespeare, rivisitato. Al teatro di via della Mercede lunga fila di vip in attesa di prendere posto. Si rappresenta “Le allegre comari di Windsor”, con l’adattamento di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia. Folla glam. Fanno il loro ingresso i registi Giancarlo Scarchilli e Fabrizio Angelini, Giorgio Borghetti, in grigio, l’attrice Stefania Casini e l’altissima Vania Della Bidia, in mantella marrone su gonna scura. Ecco Laura Squizzato, in outfit color oro, e poi Donatella Pandimiglio, in piumino nero. Prenotate Giulia Weber e Rossella Izzo. Appare Alda D’Eusanio, in spolverino beige. «Sono molto curioso di vedere lo spettacolo - dice Borghetti - per assaporare queste novità in scena». Poi si ferma al bar bio del teatro per una pausa di gusto prima della rappresentazione. Lo imitano in tanti per un apericena smart. Intanto le protagoniste, Mila Boeri, Annagaia Marchioro, Chiara Stoppa e Virginia Zini, si preparano, cantando, nei camerini. La scrittura di Erba e la regia di Sinigaglia riadattano, tagliano e montano con ironia l’immortale commedia del Bardo.

 


Si alza il sipario e arrivano la signora Page, la signora Ford, la giovane Anne Page e la serva Quickly, che danno la parola anche ai personaggi maschili, assenti ma molto presenti: mariti, amanti, e, soprattutto, il più grande, non solo per stazza, Falstaff. Le lettere d’amore che il Cavaliere invia identiche alle signore Page e Ford sono lo stimolo per trasformare il solito barboso e very british pomeriggio di tè in uno scatenato gioco dell’immaginazione, del desiderio, del divertimento. «Punire» quel porco di Falstaff, che osa far loro esplicite richieste d’amore, diventa il grimaldello per sentirsi ancora vive. «Per la sua ostentata dissolutezza – dice la regista - in Falstaff si possono scorgere dei tratti di Don Giovanni e respirare aria buona di libertà, nella sua evidente decadenza si rispecchia quanto di più umano e disarmato si possa concepire». Sul palco anche una fisarmonicista, Giulia Bertasi, che, oltre a suonare dal vivo le note di Verdi, interpreta Fenton, il grande amore di Anne, un ruolo “en travesti” come vuole la tradizione shakespeariana, ma al contrario. Applausi per le interpreti e lunga fila di fronte ai camerini per selfie e autografi. Rose rosse e libri personalizzati per le interpreti.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero