Una vecchia coppia guarda una serie in tv mangiando un piatto di pasta sul divano. Segue conversazione con battute, frecciatine, blande effusioni, mentre il gatto di casa fa...
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Sissignori, due donne che si amano e vivono insieme sono, possono essere, proprio come tutte le altre coppie, ci mancherebbe. Solo che a forza di giocare in difesa il nuovo film di Maria Sole Tognazzi finisce per sposare il neoperbenismo incolore e indolore che permea il 90% delle commedie italiane di oggi.
Quadro invariabilmente borghese, uno spruzzo di dialetto in chiave comica (ci pensa il personaggio della Ferilli, ex-attrice di origini popolari e oggi imprenditrice del take away); problemi sempre molto “bassi” a stemperare il rischio dell'enfasi (la madre della Ferilli deve rifare il cesso, pardon, il bagno di casa). E ribadire il concetto centrale: normalità.
Così la riluttante Federica (Buy) è una borghese ossessionata dalla propria privacy, nonché ex moglie di un dentista felicemente risposato (strepitoso Fantastichini) e madre di un ragazzo dolce e paziente (Diele). Mentre l'impetuosa Marina (Ferilli), che ha sempre amato solo le donne, è quella che porta i pantaloni (sì, è una metafora maschilista).
E non ha paura di nulla, come scoprirà Federica quando tra le due scoppia una crisi che potrebbe spingere il film a osare un po' di più. Se l'irruzione dell'eros, o di una delle sue maschere, nel tran tran delle due amanti, non fosse troppo minaccioso per una commedia in cui tutto deve essere sempre e comunque buffo, gradevole, rassicurante.
Va bene sdoganare un tema così decisivo per il pubblico più ampio possibile, ma la commedia vince e appassiona quando forza la mano. Vive la différence insomma. Mentre ormai siamo tutti uguali. Anche troppo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero