Il ruggito del "Re leone": incassi record per il musical tratto dal cartoon Disney

Il ruggito del "Re leone": incassi record per il musical tratto dal cartoon Disney
Sei miliardi e duecento milioni di dollari: sta dentro a questa cifra astronomica il ruggito da record de “Il re leone”. ...

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Sei miliardi e duecento milioni di dollari: sta dentro a questa cifra astronomica il ruggito da record de “Il re leone”.




Il musical tratto dall’omonimo e famosissimo film d’animazione Disney uscito nel 1994 entra nella storia e diventa lo spettacolo teatrale con il maggior incasso di sempre. A Simba, il leoncino più noto del grande schermo, sono bastati meno di vent’anni per polverizzare tutti i primati precedenti: era il luglio del 1997 infatti quando lo show esordì in anteprima a Minneapolis per poi approdare ad ottobre a Broadway. Il successo fu subito strepitoso e alle repliche americane così fecero seguito numerose trasferte in tante altre parti del mondo.



“I momenti che ricordo con maggiore orgoglio – ha raccontato la regista Julie Taymor - sono quelli in cui abbiamo portato il musical a New York e a Johannesburg, in Sudafrica, nel 2007. Offrire questo spettacolo al pubblico che ha ispirato la musica è stata una gioia immensa”.



Nobilitato dalle musiche di Elton John e dai testi di Time Rice, lo spettacolo riprende le vicende del film, incentrato sulla lotta per il potere tra il giovane Simba e il perfido zio Scar e capace di portare a casa ben 950 milioni di dollari, pur divergendo leggermente: “Si deve trovare il giusto modo di adattare una storia al palcoscenico teatrale. Al cinema è più facile, basta girare nei luoghi dove si svolge l'azione", ha affermato la Taymor.



Oltre che dal pubblico, entrambe le versioni della storia hanno avuto un grande riscontro da parte della critica: “Il re leone” cinematografico, infatti, ottenne due Oscar e un Golden Globe mentre il musical è riuscito a conquistare addirittura sei Tony Awards, le statuette più prestigiose nel panorama del teatro americano e quindi mondiale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero