Polanski, il suo “Dreyfus" con Dujardin è il primo del regista nell'era del Me Too

Il regista Roman Polanski
Si intitola “J’accuse” il film sul caso Dreyfus, ed è il primo di Roman Polanski nell’era del #MeToo. L’85enne regista, tuttora ricercato...

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Si intitola “J’accuse” il film sul caso Dreyfus, ed è il primo di Roman Polanski nell’era del #MeToo. L’85enne regista, tuttora ricercato dalla giustizia Usa per lo stupro di una minorenne, dirigerà il premio Oscar Jean Dujardin nella pellicola imperniata su uno dei più clamorosi casi di errore giudiziario della storia. Legende Films ha confermato a Hollywood Reporter che le riprese cominceranno entro l’anno a Parigi e sui social media è volata l’indignazione.


La storia è quella del capitano Alfred Dreyfus, l’ufficiale di artiglieria francese di origine tedesca, accusato e condannato per tradimento a favore della Germania alla fine dell’Ottocento. Louis Garrell avra “la parte” di Dreyfus. In altri ruoli, Mathieu Amalric, Olivier Gourmet e la moglie di Polanski, Emmanuelle Seigner. Sono sei anni che il regista reo confesso negli Usa di aver stuprato nel 1977 una donna, Samantha Geimer, che all’epoca aveva 13 anni, medita di fare il film, la cui sceneggiatura è firmata dal romanziere inglese Robert Harris che ha già’ lavorato con Polanski nel 2010 per “The Ghost Writer”. Il titolo “J’accuse” viene dalla celebre lettera aperta di Emile Zola in appoggio a Dreyfus, in cui lo scrittore mette in piazza il governo francese per inettitudine e antisemitismo. Polanski, che sarà ritratto dall’attore polacco Rafal Zawierucha nel prossimo film di Quentin Tarantino “Once Upon a Time in Hollywood”, aveva annunciato che avrebbe girato il caso Dreyfus nel 2012 a Cannes, ma i tempi della produzione hanno fatto sì che “J’accuse” sia il suo primo film nell’epoca #MeToo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero