Roma, a Villa Borghese la “plasticaccia” diventa design con l'arte dei rifugiati

Spiral cityscape - Refugee ScArt
Sono arrivati a Roma in cerca di protezione. Oggi, dopo tre anni, rendono omaggio alla città eterna con la loro arte. Sono...

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Sono arrivati a Roma in cerca di protezione. Oggi, dopo tre anni, rendono omaggio alla città eterna con la loro arte.




Sono un gruppo di rifugiati politici, di area sub-sahariana a portare in mostra al Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese fino al primo febbraio prossimo oggetti e grandi teli creati con rifiuti raccolti nelle vie e nelle piazze che ospitano i monumenti ritratti dagli artisti, recuperando la plastica, resistente e non scalfibile con il passar del tempo e trasformandola in prodotto culturale.



L’arte dei rifugiati, visibile gratuitamente nelle sale del museo, è qualità e originalità estetica, è perizia artigianale e capacità progettuale, è design. Le opere esposte rappresentano il modo di chi è stato accolto dalla città di Roma di dirle grazie ed è frutto di un intervento reso possibile grazie ad un’ampia partecipazione civica: in poco più di tre anni, infatti, con il progetto ‘Refugee ScArt’ della ‘Spiral Foundation’, dieci tonnellate di ‘plasticaccia’ romana sono state trasformate in oggetti d'arte funzionali, colorati ed allegri, capaci di sorprendere per la cura e la fantasia impiegate nella loro esecuzione.



Il ricavato delle iniziative legate a "Refugee ScArt", promosse da Roma Capitale, assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e "Refugee ScArt – Spiral Onlus" tornerà ai rifugiati che, a loro volta, destineranno parte dei fondi al Poliambulatorio mobile di Castel Volturno di Emergency.



«Arrivati da lontano, spaesati e senza conoscere la nostra società, essi riescono a dare scopo e dignità alle loro mani buone a tutto ricavando valore dall'ultimo stadio della merce. Essi sanno scoprire immediatamente un nostro punto debole in cui può essere prezioso il loro aiuto, e si inventano un modo per trasformare una nostra debolezza, i nostri scarti, in un reddito per loro ed un aiuto per noi. Grazie a "Refugee scart" i vuoti a perdere diventano pieni a rendere». Parola di Erri De Luca.



Per informazioni, www.museocarlobilotti.it; www.museiincomune.it; www.zetema.it. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero