Roma, quando sono le donne a fare la storia

Roma, quando sono le donne a fare la storia
Donne forti, volitive, fantasiose, ma anche divertenti, disinibite e autoironiche. Questo è il mito femminile che otto scrittrici italiane hanno voluto far tornare a...

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Donne forti, volitive, fantasiose, ma anche divertenti, disinibite e autoironiche. Questo è il mito femminile che otto scrittrici italiane hanno voluto far tornare a vivere. E lo hanno fatto partecipando alla stesura di un libro dal titolo emblematico: “Le nuove Eroidi - Il mito dalla parte delle donne”, edito da HarperCollins. Tutto nasce da un’idea di duemila anni fa, quando Ovidio scrisse la raccolta “Eroidi”, epistole in versi in cui le eroine del mito si rivolgevano ai loro non irreprensibili mariti e compagni, rovesciando il punto di vista maschile. In quel caso però era un uomo che si metteva nei panni di tante e diverse figure femminili; oggi sono otto donne che si schierano dalla parte del mito al femminile, ribaltandolo se non persino stravolgendolo.

Tempo otto mesi e la creazione dell’intelletto ha preso forma ed è diventata realtà cartacea. Le autrici in questione sono Ilaria Bernardini, Caterina Bonvicini, Teresa Ciabatti, Antonella Lattanzi, Michela Murgia, Valeria Parrella, Veronica Raimo e Chiara Valerio. Il luogo dove narrare questa nuova visione è il Piccolo Eliseo, dove ieri si sono riunite tutte insieme. Ad ascoltarle e applaudirle sono arrivate in via Nazionale tante donne dello spettacolo e della cultura. Ecco allora, insieme a tanta gente comune entrare Valeria Golino insieme a Ginevra Elkann, la sceneggiatrice Francesca Marciano, Claudia Zanella con una copia tra le mani e Lucrezia Lante della Rovere avvolta in una sciarpa gialla e accompagnata da Francesca D’Aloja in gonna di tartan nero. Giusto qualche istante prima che si chiudessero le porte si è affacciata una trepidante Sabrina Impacciatore con una camicetta di seta bianca con cuori rossi.

A dare inizio alla lettura è Antonella Lattanzi che fa partecipare i presenti al processo in cui è coinvolta Fedra «perché è un personaggio ambiguo, pieno di luci e ombre come ogni essere umano». La segue Valeria Parrella che con ironia sposa invece il punto di vista di una volitiva Didone, in una crudele invettiva contro il pavido Enea, colpevole contro le leggi dell’amore, mentre Ilaria Bernardini rivive il dramma di Ero e Leandro, in fuga dal loro paese su un barcone nel Mediterraneo, selezionando testimonianze di Oxfam. Veronica Raimo mostra Laodamia impegnata in una chat con il fantasma di Protesilao, Chiara Valerio reinventa il dramma di Deianira, dando una nuova spiegazione alla follia di Ercole, Medea oggi è in Maremma secondo Teresa Ciabatti e per Caterina Bonvicini Penelope si è imbarcata per mare mentre è Ulisse la attende a Itaca. Chiude Michela Murgia che dà voce a Elena, perché “quando bellezza e guerra diventano sinonimi, non c’è più differenza tra ammirare e prendere di mira”.
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Il Messaggero