Roma, filastrocche di "perché": un incanto per i bimbi

Roma, filastrocche di "perché" un incanto per i bimbi
Mattinate letterarie per pensare. Una folla di famiglie e bimbi al seguito, malgrado il blocco del traffico, prende posto presso la libreria di via Appia Nuova. Attende...

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Mattinate letterarie per pensare. Una folla di famiglie e bimbi al seguito, malgrado il blocco del traffico, prende posto presso la libreria di via Appia Nuova. Attende l’arrivo di Max Paiella, interprete d’eccezione di uno dei titoli cult per l’infanzia, “Il libro dei perché” di Gianni Rodari, qui proposto in versione audiolibro. Total black, leggio pronto all’uso, l’artista si presenta al suo pubblico ed offre un vero spettacolo di note e contenuti. In occasione dell’anno rodariano- ricorrono i cento anni dalla nascita del grande scrittore – il comico dà voce al mitico autore che rivoluzionò la baby letteratura sottraendola al limbo di produzione minore. La voce dell’artista romano offre una divertente e perfetta lettura della grandezza, intelligenza e ironia contenuta negli innovativi testi pubblicati nei prolifici anni Sessanta.

«Questo è un progetto a cui tengo – dice Paiella – e quando vedo che funziona, in uno spettacolo di sola lettura, sono davvero soddisfatto». La partecipazione è infatti notevole. Perché i grandi hanno sempre ragione? Perché crescono le piante? Perché esiste il giorno e la notte? A tali quesiti, posti da Rodari nei suoi lavori, rispondono a sorpresa, e a gran voce, i bimbi presenti.
«L’idea del perché ha in sé sempre un’idea di grande acume – prosegue Paiella – l’intelligenza spesso si può valutare a seconda dei dubbi che si pone. L’assenza di domande è pericolosa». Poi legge brani tratti da altri testi di Rodari come “Favole al telefono”, quando i telefoni erano solo quelli fissi e grigi, e “Novelle fatte a macchina”. E arriva il momento canoro.

 Il travolgente showman imbraccia la chitarra, dalla tracolla folk, e sceglie gli irresistibili brani del suo Vinicius Du Marones: iconico personaggio della trasmissione radiofonica “Il ruggito del coniglio” che fa cantare gli oggetti tristi, vecchi e in disuso. Dal centrino fatto all’uncinetto al vassoio in silver plate fino alla cornice in peltro. Poi intona il brano “Canta canta”, vero inno alla leggerezza. Al firmacopie, tutti pronti con il pennarello adatto alle superfici in plastica.
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Il Messaggero