Roma, gladiatori, battaglie navali e ologrammi: il Colosseo si racconta in 3D

Roma, gladiatori, battaglie navali e ologrammi: il Colosseo si racconta in 3D
Una giornata particolare, ma tutta al Colosseo. Così come l’hanno vissuta i romani duemila anni fa. Il bello della tecnologia regala anche questo, la vera storia...

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Una giornata particolare, ma tutta al Colosseo. Così come l’hanno vissuta i romani duemila anni fa. Il bello della tecnologia regala anche questo, la vera storia dell’Anfiteatro Flavio, così come la concepì l’imperatore Tito in quei cento giorni inaugurali tra giugno e settembre dell’80 d.C. Le creature prendono vita su un gigantesco schermo lungo diciassette metri che sembra un tutt’uno con le strutture della cavea. Compaiono ologrammi titanici scortati da effetti sonori che avvolgono lo spettatore. Ecco il corteo solenne dei musicisti che saluta la tribuna imperiale, i cacciatori pronti ad affrontare le belve, le coppie di gladiatori, i condannati a morte trucidati da tigri e leoni: una parata in perfetto sincrono con le proiezioni di videomapping tridimensionale. L’effetto è realistico, a tal punto che la sfilata sembra continuare anche fuori dal telo. Più del cinema 3D.

 
«Roma viene restituita a se stessa e sotto il tuo governo, Tito, sono a disposizione del popolo le delizie che prima erano riservate al tiranno». La voce narrante fuori campo evoca il poeta Marziale, cronista dei fatti nel suo Liber de spectaculis. Il Colosseo si racconta con “Sangue e Arena” inedita performance multimediale di mezz’ora che va in scena sul piano dell’arena. Ieri sera l’anteprima, da oggi per il pubblico (in italiano e inglese, massimo 170 persone, ogni giovedì, venerdì, sabato fino al 27 ottobre alle 21.30, 22.30, 23.30, 20 euro). «La tecnologia fa rivivere tutta la documentazione iconografica legata ai cento giorni di fasti inaugurali del Colosseo, dalle fonti storiche a quelle artistiche, tra affreschi e mosaici», racconta l’archeologa Rossella Rea che ha curato il progetto scientifico. «Può essere considerato un cult pulp - dice la Rea - perché i giochi inaugurali furono scenografici, ma anche violenti». La sfida è evidente per questo progetto che vuole offrire emozioni forti combinando storia, realismo ed effetti visivi, griffati dalla società canadese Graphic eMotion.

Non a caso è sconsigliato a bimbi sotto i 6 anni. Ci son voluti quattro mesi per realizzarlo, con 500 mila euro dagli introiti del Colosseo. «Il Colosseo viene restituito alla sua funzione originaria di edificio per spettacoli», commenta la direttrice Alfonsina Russo. Per questo il futuro dell’arena (al centro del progetto del Mibact con un finanziamento di 13 milioni di euro) è ben delineato: «L’arena va ricostruita, ma stiamo lavorando per creare un’arena mobile e non fissa - annuncia la Russo - è una novità rispetto alle linee guida iniziali, ma in questo modo non precludiamo la visione dei sotterranei ai visitatori. Stiamo studiando le tecnologie più adatte per realizzare un’arena dinamica da allestire solo per spettacoli ad hoc, e poi rimuovere. La parte fissa dovrà essere più ampia dell’attuale per contenere piani da allungare, e dovrà avere una serie di accorgimenti scenici per far capire al pubblico come funzionava in origine. Tempi? Tra giugno e luglio via ai lavori propedeutici all’arena, ossia con il restauro dei sotterranei».


Intanto con il tramonto del sole, i fasti rivivono. Il Colosseo spietato e splendido manda in scena i suoi fantasmi digitali. Si apre con la caccia (le venationes) e lascia spazio ai condannati a morte per reati gravissimi, sbranati vivi dalle belve. Ecco l’acqua gorgogliante che riempie virtualmente tutta l’arena: le naumachie, le sofisticate battaglie navali di Tito furono leggenda. Brillano storie acquatiche di amori mitici, come Leandro e Ero sacerdotessa di Afrodite, e le danze delle Nereidi a cavallo di delfini e ippocampi. Chiude, il combattimento tra gladiatori, il momento clou di Sangue e arena. La furia, la forza, la violenza dei gladiatori Pryscus e Verus, eroi ologrammi di Tito, fa gridare il pubblico festante come fossero campioni allo stadio Olimpico.
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Il Messaggero