Roma, Ekaterina Panikanova: la poesia delle immagini tracciate sullo sfondo dei libri

Roma, Ekaterina Panikanova: la poesia delle immagini tracciate sullo sfondo dei libri
​Un viaggio nello spazio domestico e nell'identità del potenziale visitatore. Questa è l'idea portante della mostra di Ekaterina Panikanova che da sabato 13 dicembre,...

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​Un viaggio nello spazio domestico e nell'identità del potenziale visitatore. Questa è l'idea portante della mostra di Ekaterina Panikanova che da sabato 13 dicembre, fino al 7 febbraio 2015, sarà possibile ammirare nella Galleria Z2O di via della Vetrina 21 (ingresso libero), a due passi da piazza Navona. Come nella poesia Invetriata di Dino Campana, l'artista russa tende a comunicare l'esistenza di una realtà interiore che si manifesta in segni quotidiani che assumono la valenza di elementi perturbanti.












La casa, i suoi inquilini e le loro relazioni, tra desideri, conflitti e tensioni, evidenziando la drammatica dicotomia tra "maschera sociale” e autenticità dell’essere umano.



La Panikanova invita il suo pubblico a intreprendere un percorso preciso che parte dalla dimensione domestica, intesa come rappresentazione a livello inconscio del corpo umano e delle personalità che lo abitano.



L’artista di San Pietroburgo, famosa per gli assemblaggi di libri, svolge la sua indagine sperimentando materiali nuovi che appaiono destabilizzanti nella loro percezione fisica. Il vetro e il piombo esemplificano la dicotomia leggerezza/pesantezza, ma il piombo è impiegato dalla Panikanova rinnegando le sue caratteristiche fisiche e trasformandolo in un gioco di lievi merletti, mentre il vetro diviene una solida architettura. Il sovvertimento tra funzione dell’oggetto e le caratteristiche dei materiali che tradizionalmente lo compongono, attraverso un evidente ribaltamento percettivo, ci pongono in una condizione visualmente spaesante.

Il progetto si presenta come un’unica installazione in cui gli oggetti, portati alla luce come reperti dalla memoria, si trasformano diventando veri e propri oggetti di culto in uno scenario complesso e apparentemente frammentario. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero