Robin Williams, due anni fa il suicidio: il genio e la risata di un attore a due facce

Robin Williams in una scena di Patch Adams
Una mattina di due anni fa, i nostri cuori si fermarono per un istante. Un lungo, interminabile istante. Robin Williams, uno dei più grandi attori di sempre, icona della...

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Una mattina di due anni fa, i nostri cuori si fermarono per un istante. Un lungo, interminabile istante. Robin Williams, uno dei più grandi attori di sempre, icona della comicità, gigante del trasformismo, era morto. Così, all'improvviso. A 61 anni. Poche ore di mistero, poi l'amara verità. Si era stretto una cinta intorno al collo. Suicidio. Giorni dopo la terza moglie, Susan, dirà che "Robin da poco aveva scoperto di avere una grave malattia neurodegenerativa" e per questo era depresso. Chi non ha seguito il percorso dell'attore, dell'uomo, ha creduto ciecamente alla versione della donna. Chi invece ha scavato nel suo passato, nel lato più oscuro della sua travagliata esistenza, sa contro quali mostri abbia combattuto prima di diventare una star. Oggi, 11 agosto, in molti sui social gli rendono omaggio. L'hashtag #RobinWilliams è in tendenza da stamattina. Molte le foto, i rip, le citazioni dei suoi film. Non un accenno al dolore di un'infanzia tormentata, a quegli amichetti che lo prendevano in giro perché amava stare solo invece di socializzare, alla famiglia che non si accorgeva che quel ragazzino aveva una sensibilità superiore, un talento puro. Che faticava a sbocciare. 

La definzione di clown triste, classica quanto abusata, in realtà gli calzava a pennello. Affogava le sue ombre nell'alcol, nelle droghe. Ne usciva, ricominciava. Tra un film e l'altro, amava. Si dava tutto. Ai fan, ai figli, agli amici. Gli chiedevano di ridere, per strada, al bar, al ristorante. Di fare ridere. Robin eseguiva. La battuta nel sangue, ma la malinconia negli occhi. Un binomio micidiale. Che nel tempo l'ha logorato. Il successo, i cachet milionari, i copioni che arrivavano a iosa, non bastavano a placare le sue angosce, le sue ansie, le sue paure. Capolavori come Patch Adams, Will Hunting, L'Attimo fuggente, Mrs. Doubtfire sono un'eredità incancellabile. Racconti, poesie, lezioni. Che ci porteremo dietro, come se fosse ancora tra noi. Dentro di noi.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero