Robert Doisneau in mostra a Trieste, la più ampia retrospettiva del fotografo

Il fotografo Robert Doisneau
Come un bravo «pescatore» di foto, Robert Doisneau passava ore in attesa che tutto quello che si muoveva attorno a lui potesse essere immortalato. Senza fretta,...

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Come un bravo «pescatore» di foto, Robert Doisneau passava ore in attesa che tutto quello che si muoveva attorno a lui potesse essere immortalato. Senza fretta, dunque, sono nate alcune delle più belle immagini di «poesia della quotidianità» che, da oggi e fino al 23 giugno, saranno in esposizione al Magazzino delle Idee di Trieste nella «più ampia retrospettiva sul fotografo francese mai presentata in Italia», come spiega la curatrice, Tessa Demichel. Una lunga sequenza di vita scandita da 88 scatti, che attraversano un secolo di storia, dal 1929 al 1987. “Robert Doisneau. Across the Century” è il titolo della mostra promossa dall’Ente regionale per il patrimonio culturale del Fvg, in collaborazione con diChroma photography.


E Across the Century è anche il racconto della celebrazione della bellezza misconosciuta della quotidianità. Come il celebre “Bacio all’Hotel de Ville”, una delle immagini più riprodotte in assoluto nella storia della fotografia (con annesse sfortunate rivendicazioni di diritti da parte di chi ha provato a identificarsi nei protagonisti della foto), o il ritratto del grande amico e poeta Jacques Prevert, immortalato non nel suo splendore, ma in una scena di quotidianità. C’è anche il primo scatto, “Selciato”, un omaggio al nonno dell’artista che lavorava in miniera, ma anche uno studio sull’effetto della luce. E “L’ultimo valzer”, tra due persone che ballano per celebrare in una notte di festa o, secondo una diversa lettura, nella malinconia dell’arrivederci. Ogni volta che venivano pubblicate nelle riviste del dopoguerra - è stato ricordato durante un incontro con la stampa - le fotografie di Doisneau avevano il potere di dare alle persone fiducia nel futuro, malgrado la Francia fosse completamente distrutta e la povertà riguardasse la maggior parte della popolazione. Un merito di quella poesia della quotidianità che caratterizzava la sua opera. Il racconto Across the Century è offerto da una delle figlie dell’artista, Francine Deroudille, che assieme alla sorella Annette, ha ritrovato in un baule la selezioni di immagini presenti alla mostra. Nessuna però nella sua versione originale.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero