Robbie Williams, il nuovo singolo fa infuriare Putin: «Dà un'immagine stereotipata della Russia»

Robbie Williams nel video del singolo Party Like a Russian
«Ci vuole un uomo con una certa reputazione per prendere il denaro da tutta una nazione intera, non c’è rifiuto né discussione, sono un Rasputin...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Ci vuole un uomo con una certa reputazione per prendere il denaro da tutta una nazione intera, non c’è rifiuto né discussione, sono un Rasputin moderno». Questi versi, prima strofa del suo nuovo singolo, potrebbero costare a Robbie Williams l’ostracismo di Vladimir Putin. L’incipit e, in generale, l’intero brano, dal titolo Party Like a Russian, un pezzo pop ricco di riferimenti alla tradizione culturale russa - «C’è una bambola dentro una bambola, dentro una bambola, dentro una bambolina. Ciao Dolly» - e di (altri) passaggi politicamente scorretti, non sarebbero proprio piaciuti infatti al severo e inflessibile Presidente, offeso, a quanto pare, da quella che lui riterrebbe essere una rozza caricatura in musica della sua figura istituzionale.




 
Nell’ex Paese sovietico, comunque, la hit dell’artista di Stoke-on-Trent, che ora, stando ai soliti bene informati, rischierebbe addirittura di non potersi più esibire a Mosca e dintorni, non ha certo irritato il solo Putin. A prendersela sono stati anche molti media locali, secondo i quali, con la sua canzone, inserita nell’album Heavy Entertainment Show e basata su un campionamento di Romeo e Giulietta di Sergej Sergeevič Prokof’ev, Williams avrebbe contribuito a offrire un’immagine stereotipata e totalmente slegata dalla realtà del popolo russo, un’accusa che l’interprete di Angels ha rispedito al mittente: “Non volevo denigrare la Russia né il Presidente”, ha subito twittato il cantante, che nel videoclip del singolo, criticato anche dalla tv pubblica Vesti, balla circondato da sensuali ragazze con indosso una giacchetta con galloni e mostrine di dubbio gusto. “Noi pensiamo di saper festeggiare come si deve - ha poi spiegato alla stampa inglese Williams precisando il senso e l’obiettivo della sua composizione - ma vi assicuro che non siamo niente in confronto ai russi: sono davvero dei festaioli”.
 
Quella con protagonista l’anticonformista ed esuberante Robbie, in ogni caso, è solo l’ultima polemica ad aver messo contro una popstar anglofona e il Governo russo. Negli anni scorsi, infatti, dopo aver criticato la politica di Putin circa i diritti degli omosessuali, a finire nel mirino erano state nientemeno che Madonna e Lady Gaga.
 

 
 
 
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero