«Ci vuole un uomo con una certa reputazione per prendere il denaro da tutta una nazione intera, non c’è rifiuto né discussione, sono un Rasputin...
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Nell’ex Paese sovietico, comunque, la hit dell’artista di Stoke-on-Trent, che ora, stando ai soliti bene informati, rischierebbe addirittura di non potersi più esibire a Mosca e dintorni, non ha certo irritato il solo Putin. A prendersela sono stati anche molti media locali, secondo i quali, con la sua canzone, inserita nell’album Heavy Entertainment Show e basata su un campionamento di Romeo e Giulietta di Sergej Sergeevič Prokof’ev, Williams avrebbe contribuito a offrire un’immagine stereotipata e totalmente slegata dalla realtà del popolo russo, un’accusa che l’interprete di Angels ha rispedito al mittente: “Non volevo denigrare la Russia né il Presidente”, ha subito twittato il cantante, che nel videoclip del singolo, criticato anche dalla tv pubblica Vesti, balla circondato da sensuali ragazze con indosso una giacchetta con galloni e mostrine di dubbio gusto. “Noi pensiamo di saper festeggiare come si deve - ha poi spiegato alla stampa inglese Williams precisando il senso e l’obiettivo della sua composizione - ma vi assicuro che non siamo niente in confronto ai russi: sono davvero dei festaioli”.
Quella con protagonista l’anticonformista ed esuberante Robbie, in ogni caso, è solo l’ultima polemica ad aver messo contro una popstar anglofona e il Governo russo. Negli anni scorsi, infatti, dopo aver criticato la politica di Putin circa i diritti degli omosessuali, a finire nel mirino erano state nientemeno che Madonna e Lady Gaga.
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Il Messaggero