Ridley Scott e quel finale "regalato" di Blade Runner: «Non è mio, me lo diede Stanley Kubrick»

È uno dei suoi film più famosi: nessuno prima di oggi, però, sapeva che il finale della versione destinata al mercato internazionale di Blade Runner, mitica...

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È uno dei suoi film più famosi: nessuno prima di oggi, però, sapeva che il finale della versione destinata al mercato internazionale di Blade Runner, mitica pellicola di fantascienza datata 1982, non è esattamente tutto opera del genio di Ridley Scott. La paternità delle inquadrature conclusive, quelle su cui, per intenderci, scorrono i titoli di coda, infatti, diversamente a quanto si era sempre pensato, va ascritta all’estro di un altro grandissimo regista, Stanley Kubrick. Che, a detta dello stesso Scott, riscattò il suo lavoro agli occhi dei produttori: “Avevo finito Blade Runner ed era un disastro - ha raccontato il settantottenne filmaker britannico nel corso di una tavola rotonda organizzata dall’Hollywood Reporter che lo ha visto protagonista insieme a colleghi di fama mondiale quali, tra gli altri, Quentin Tarantino, Danny Boyle e Alejandro Gomez Iñarritu -. “I miei investitori mi stavano rendendo la vita impossibile dicendomi: “Non puoi finire il film con Rick che prende da terra un pezzo di origami, guarda la ragazza, fa un cenno con la testa, cammina verso l’ascensore e poi fine, ciao”. Io replicai: “È quello che si dice un film noir”. E loro mi risposero: “Che cos’è un film noir? Dobbiamo fare un test con un finale che risolleva gli animi, dove loro se ne vanno insieme nella natura selvaggia”. Al che io di nuovo obiettai: “Beh, se se ne vanno in una bellissima natura selvaggia, perché vivere in quell’ambiente distopico?”.


Insomma, una impasse di difficile soluzione. Quando la situazione per Scott sembrava volgere al peggio, ecco allora, provvidenziale, arrivare il contributo decisivo di Kubrick: “Ho parlato con Stanley un po’ di volte e gli ho detto: “So che hai girato l’”inferno” al di fuori di Shining. So che hai fatto ore di riprese dall’elicottero, posso averne un po’?”. Il giorno dopo avevo 17 ore di panoramiche. È così alla fine di Blade Runner c’è il girato di Stanley Kubrick”.

Liberamente ispirato al romanzo di Philip K. Dick Il cacciatore di androidi, pubblicato nel 1968, Blade Runner ambienta la sua trama nella Los Angeles del 2019, città in cui il poliziotto Rick Deckard, interpretato da Harrison Ford, dà la caccia a una squadra di replicanti.


Considerato una delle migliore pellicole di fantascienza di sempre, nel 1993 il film è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America. Un onore riservato a pochi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero