«Pensare di poter accogliere tutti senza selezione è impossibile. Anche perché non mi piacerebbe avere accoltellatori sotto casa». E' una delle frasi della lunga...
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Poi si sbilancia anche sull'amore: «E' il sentimento più banale che ci accomuna tutti. Le donne lasciano gli uomini no, ma solo per pigrizia. La paura di restare senza qualcuno affianco ci induce ad accelerare il fallimento, a crostruire la propria infelicità a volte. I rapporti umani sono al primo posto. Rinunciare a qualche cosa. Io nel mio piccolo qualche rinuncia l'ho fatta. Dico no al lavoro per stare con mia moglie. Le persone si fanno l'amante se trascurate».
E sulla musica: «Il napoletano è bello da tenere in bocca. Scrivere in napoletano non è una scelta campanilistica per mostrare la propria identità ma è piacevole da cantare. L'italiano non funziona. Lo dicono anche i rapper. Gira sul beat, è come l'inglese. E' una lingua non canonizzata. Trattiamo il napoletano come gli afroamericani trattano l'inglese. Cerco di rendere sul pentagramma gli approcci meticci per dimostrare che tutto il mondo è paese, una faccia e una razza».
E infine non risparmia neppure il calcio Napoli: «Sono stato un grande fan di Benitez. Diffidente verso Sarri, ora mi sono ricreduto. Faccio mea culpa». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero