«Il cinema italiano manca di follia, di visioni, è come se raccontasse la stessa storia, una famiglia in crisi, lui che tradisce, lei muore, l’amico trans si...
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Fellini si trovò tante porte chiuse, sono in ottima compagnia». Lo ha detto un ironico Pupi Avati oggi al Circolo dei Lettori di Torino presentando in una sala strapiena il suo libro “Il signor diavolo” (Guanda). «Un libro gotico che parla, gioca con le paure e che potrebbe diventare un film - dice Avati - ma in Italia nessuno vuol fare film gotici anche se i ragazzi impazziscono per le serie americane di genere. In questo libro ho messo un sacco di cose mie, di storie. Perché io ho 79 anni e sono il risultato delle mie esperienze, dei miei fallimenti, delle mie follie, della mia fede, del mio amore per la vita e della nostalgia che tutti gli anziani hanno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero