Prix Italia, vincono gli europei. Ma la Nord Corea è speciale

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Una vita perfetta, in un mondo perfetto. O forse no. La racconta il documentario “Inside North Korea” firmato dal regista russo Vitaly Mansky per l’emittente...

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Una vita perfetta, in un mondo perfetto. O forse no. La racconta il documentario “Inside North Korea” firmato dal regista russo Vitaly Mansky per l’emittente tedesca Ard che si aggiudica il Premio Speciale Presidente della Repubblica al 69° Prix Italia, a Milano. Mansky ha seguito per un anno una bambina e la sua famiglia, sotto lo stretto controllo delle autorità locali. Una sceneggiatura imposta alla quale il documentario riesce a sfuggire, mostrando l’altra faccia della perfezione.


E sempre della tedesca Ard è il programma che si aggiudica il Prix Italia nella categoria Tv Performing Arts: “Manifesto” di Julian Rosefeldt che racconta i manifesti del XX secolo, da quelli letterari a quelli artistici, attraverso le parole di Cate Blanchett. Nella stessa categoria, menzione speciale per “Never-Ending Man: Hayao Miyazaki” della Nhk giapponese.

Si soffermano invece su due realtà diversamente difficili – quella di un’adolescente inglese costretta a crescere troppo in fretta e quella della malattia mentale - i programmi che vincono le sezioni Tv Drama e Tv Documentary: il primo è “Ellen” dell’inglese Channel 4 che segna il debutto della regista Mahalia Belo e della sceneggiatrice Sarah Quintrell ed è interpretato da Jessica Barden. Il secondo è “Icon” di Wojciech Kasperski per la polacca Tvp che racconta il "Central" uno degli ospedali psichiatrici più grandi della Siberia, con condizioni di vita durissime.

Nelle stesse sezioni, due menzioni speciali “Team Chocolate” della belga Vrt e “Silent War” di France 2.
Ancora storie tra passato e futuro sul podio dei programmi radiofonici. Nella Categoria Radio Music si afferma la compositrice Ivana Stefanović per la Sbc/Rts serba con “A large stone” che ridà vita a una ballata popolare lirica proveniente dalla regione centrale dei Balcani, E in questa categoria menzione speciale anche per “The Listening Service”, dell’inglese Bbc.
La guerra d’Algeria, con un’inattesa irruzione ai nostri giorni, è invece la protagonista di “De guerre en fils” (Di guerra in figlio) di Samuel Hirsch, Sabine Zovighian che si aggiudica la categoria Radio Drama per Arte Radio\Arte France, mentre il miglior Radio Documentary and Reportage è la storia di rinascita attraverso lo sport raccontata da Jason Murphy e Tim Desmond in “Documentary on One: No Time to Lose” dell’Rte irlandese.

Il Prix Italia per il Web, infine, va a “Skam” della norvegese Nrk: una web serie in cui attori e pubblico interagiscono in un confronto continuo tra fiction e realtà.

Dopo tanta Europa un premio che va più lontano: è il Premio Speciale Signis che va all’emittente Sud Coreana Mbc per “Future Human: Ai” un documentario che si interroga sull’era dell’intelligenza artificiale. La giuria – che ha scelto il vincitore tra tutti i partecipanti alla sezione Tv Documentary - ha attribuito anche una menzione speciale al doc "A Family Affair" della rete olandese Npo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero