Principessa, il video del nuovo brano di Rossella Seno

«La gioventù è solo un'invenzione. Non deve esserci rammarico nell’aver vissuto ma solo la serenità della comprensione della Natura dalla...

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«La gioventù è solo un'invenzione. Non deve esserci rammarico nell’aver vissuto ma solo la serenità della comprensione della Natura dalla quale siamo modellati». Con il brano Principessa” scritto da Pino Pavone, storico paroliere di Piero Ciampi, e musicato da Massimo Germini, chitarrista di Roberto Vecchioni e arrangiatore del pezzo, l'appello al pubblico di ascoltatori appare chiarissimo: diventare consapevoli che la vita è come diceva il filosofo Eraclito un πάντα ῥεῖ, un "tutto scorre" che va accettato nelle sue trasformazioni biologiche. La canzone, che fa parte dell’album di Rossella SenoPura come una bestemmia” edito da azzurra music, ha ora trovato anche una sua interpretazione visiva grazie a un nuovo video che ne rispecchia l’autenticità. Con i disegni realizzati da Stefano Ripamonti, attento percorritore del comics realistico americano degli anni '80/'90, e con le fantastiche animazioni create da Giuseppe Giannattasio che ne ha curato anche l’editing, il video vuole farsi racconto surreale e sottolineare gradualmente i topic delle parole e i ritmi scanditi dalla musica. Un lavoro che nasce da uno script di Davide Iannuzzi, e che si evolve in racconto visivo di costante ricerca, fortemente permeato dal concetto di ‘illusione’ in cui convergono i temi della nostalgia e l’abbandono della giovinezza, lasciando dietro di sé una scia di positività che fa guardare in avanti, verso un passato da riscrivere per diventare futuro.

 

Protagonista della storia è l’affascinante donna dai capelli rossi – che riproduce impeccabilmente la fisionomia della cantante Rossella Seno – nel cammino progressivo della sua immagine dalla gioventù alla terza età. Un punto di arrivo che coincide con quello di una nuova ripartenza per un viaggio condiviso con alcuni compagni inseparabili: un chitarrista della street art che racconta il palcoscenico della vita fatto di confini brevi e orizzonti lontani, un inseparabile gatto nero, mentore del personaggio protagonista e emblema del pregiudizio sociale in molte questioni e un orologio che segna l’inesorabile e impietosa avanzata del tempo, tema cinematograficamente ispirato alla scena dell’incubo de “Il posto delle fragole” di Ingmar Bergman. Come in un gioco di pura dissimulazione la storia nasce, si evolve e muore sul palcoscenico di un teatro vuoto: il teatro del nostro quotidiano che cade sotto i colpi inferti dalla pandemia ma che trova più di una ragione per potersi rialzare, sospinto da insopprimibili storie di altre principesse che gridano il loro stesso racconto.


«Principessa – chiarisce Pavoni- è una forma magnificante che vuole non solo esaltare la bellezza femminile che matura e risplende maggiormente proprio grazie al tempo veloce che ci ruba anche il minimo istante di riflessione sul presente, ma un invito alla calma di fronte alla preoccupazione della modificazione del proprio essere».

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Il Messaggero