La musica perde il più irrequieto, dotato e orgoglioso dei suoi protagonisti, Roger Nelson, in arte Prince, il guru, il monumento della black music contemporanea, a cui...
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Finisce così, a soli 57 anni, la vita di un grande talento della musica, un protagonista energico, inventivo, dilagante, inafferabile, miscelatore di un cocktail esplosivo e terribilmente contemporaneo di rock, pop, new wave, elettronica, r'n'b, jazz che ha avuto il più grande riconoscimento popolare con l'album dell'84 Purple rain, a tutt'oggi uno degli album più riusciti di black music. Un successo che lo ha portato a una lotta senza quartiere con le case discografiche per tutelare l'indipendenza della sua creatività. Fino a farlo isolare, negare perfino la propria identità, ad apparire in tv con la scritta Slave, ovvero schiavo, sulla faccia, pagando la sua lotta in termini di successo e economici. Ma certamente non di ispirazione e di talento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero