Diffondere la conoscenza come prezioso strumento di democrazia e libertà. E’ questa la mission della Fondazione Biagio Agnes che, attraverso eventi e iniziative...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In apertura Simona Agnes, elegantissima in tailleur rosso, ha voluto ringraziare Gianni Letta e la Rai che da sempre sostengono l’iniziativa: «Il Premio Agnes, da sempre avulso da interessi economici e politici, segue un unico filo conduttore, quello del rispetto della corretta informazione. E’ necessario tutelare chi racconta la realtà con onestà, rispettando i valori di un giornalismo di fonti e notizie. Principi che hanno sempre guidato la vita e il lavoro di Biagio Agnes». «Ad unirci è stata la stima professionale - ha ricordato l’amico Gianni Letta - nel mutare delle culture, i modelli di Agnes e Bernabei ritornano. La lezione di Biagio Agnes continua. Ai giovani giornalisti vogliamo affidare il suo ricordo. Agnes ha scritto la storia della Rai e, attraverso la Rai, anche del nostro Paese». Marcello Foa ha parlato di «un riconoscimento che nasce dalla forza dei sentimenti, dall’affetto di una figlia verso un grande padre» sottolineando l’importanza di un evento che premia chi onora la professione di giornalista. Emozioni e aneddoti.
Ognuno conserva un ricordo speciale di Agnes. Come Mara Venier: «Quando stavo con Renzo Arbore, Biagio diceva che dovevamo sposarci e che sarebbe stato nostro testimone di nozze. Ma non ci siamo mai sposati. Poi ho incontrato il mio attuale marito Nicola Carraro. Una settimana prima del matrimonio Biagio mi chiamò: voglio essere il tuo testimone. E così è stato». A ricevere il Premio Agnes 2019 saranno Antoni Cases, Lina Palmerini, Gianni Santucci, Andrea Bassi, Antonio Megalizzi, Giovanna Pancheri, Lucia Goracci, I Lunatici, Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, Gennaro Sangiuliano, Giovanni Grasso, Andrea Pontini, e poi La Gazzetta dello Sport, Il Messaggero e Domus. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero