Eurovision Contest, i PNK già un fenomeno: la sindrome Down non ferma la musica punk

Sono una delle punk band più famose in tutta la Finlandia e, a breve, si contenderanno la possibilità di rappresentare il proprio Paese all'Eurovision Contest, il Festival...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI

159,98€

40€
Per 2 anni

SCEGLI ORA

OFFERTA MIGLIORE

ANNUALE

79,99€

19€
Per 1 anno

SCEGLI ORA

MENSILE

6,99€

1€ AL MESE
Per 6 mesi

SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE

MENSILE

6,99€

1€ AL MESE
Per 6 mesi

SCEGLI ORA

ANNUALE

79,99€

11,99€
Per 1 anno

SCEGLI ORA

2 ANNI

159,98€

29€
Per 2 anni

SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Sono una delle punk band più famose in tutta la Finlandia e, a breve, si contenderanno la possibilità di rappresentare il proprio Paese all'Eurovision Contest, il Festival musicale più importante in Europa. Nonostante il nome impronunciabile per un non finlandese, Pertti Kurikan Nimipäivät – detti per comodità PKN -, il quartetto è in finale insieme ad altri otto fra solisti e band. Partiti dalla capitale Helsinki, condividono l'amore per la musica e la sindrome di Down. Sì, perché i quattro ragazzi, Pertti (chitarra), Kari (voce), Toni (batteria) e Sami (basso) si sono conosciuti al centro di supporto per persone con disabilità Lythy, dove Pertti e Kari hanno iniziato a comportte le prime canzoni. Il centro Lythy serve ogni giorno più di 100 persone, aiutandole nel proprio percorso attraverso la creatività e aiutarle a integrarsi in modi nuovi e differenti.

In breve la band è diventata famosa in tutta la Finlandia, non solo per la propria disabilità, ma a causa della loro determinazione e della loro passione per la musica. Kari, il vocalist, non vede l'ora che arrivi la grande notte del New Music Competition e si ritiene pronto ad affrontare il palco della televisione finlandese TV2.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero