Nonostante l’inevitabile atmosfera di incertezza derivante dai provvedimenti per il Coronavirus, ieri alla Casa del Cinema Pivio ha voluto comunque festeggiare i suoi...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Alla Casa del Cinema Pivio festeggia 40 anni di carriera con l'album “Fahrenheit 999”
Grazie alle composizioni per “Ammore e malavita” dei Manetti Bros. ha vinto nel 2018 il David di Donatello per la migliore colonna sonora e per la migliore canzone. Ieri non è voluto mancare il padrone di casa, il direttore della Casa del Cinema Giorgio Gosetti, che ha salutato i presenti prima di prendere posto in sala.
Il regista Alessandro D’Alatri munito di casco è entrato in sala sorridendo, impaziente di ascoltare i nuovi mixaggi di Pivio, il suo musicista di riferimento, avendo curato tutte le sue colonne sonore. Nella serata si è svolto poi una sorta di passaggio di testimone musicale tra Pivio e Pasquale Catalano: mentre il festeggiato ha curato le colonne sonore dei primi film di Ferzan Ozpetek come “Il bagno turco”, Catalano ne è l’attuale musicista di riferimento. Presente il dj David Nerattini, mentre la moglie di Pivio Carmen Giardina, tra gli interpreti del film “Permette? Alberto Sordi” con Edoardo Pesce accoglieva gli amici che hanno sfidato la paura e l’incertezza di queste ore. Sorrisi e niente abbracci, si chiacchiera e si brinda con responsabilità.
Alla spicciolata sono arrivati anche Fulvia Caprara, Alberto Dentice, Flavio Brighenti e Cristiana Paternò.
All’interno della Sala De Luxe, il cui ampio spazio ha consentito di rispettare pienamente le disposizioni del decreto governativo, si sono succeduti diversi momenti, dalla presentazione del nuovo album, pubblicato solo in vinile trasparente e digitale dal titolo “Fahrenheit 999”, alla proiezione di alcune clip. Nel disco, composto da sette brani, si svolge una riflessione inquieta (e quanto mai attuale) su come l’immaginazione del futuro si sia trasformata negli ultimi decenni; il tutto realizzato nella cornice sonora marchio di fabbrica degli Scortilla: elettronica e senza compromessi.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero