«Pino Daniele sta ccà cu vuje. Nun 'u verite? Sta ccà. Io 'u veco» Il sassofonista James Senese ricorda così l'anima napoletana-blues...
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Un docu di oltre cento minuti, quello visto stamani, per raccontare il percorso creativo e umano di un musicista, autore di capolavori, da Napul'è a Schizzechea fino a Alleria, che ha rivoluzionato la musica, napoletana e non solo, inventando un nuovo linguaggio di parole e note. E questo dagli anni Settanta fino alla sua morte, il 4 gennaio 2015. Il film, che sarà presentato in anteprima al Teatro San Carlo di Napoli il 19 marzo, giorno del compleanno di Pino Daniele, mette in scena i tanti concerti del musicista dallo sguardo triste che aveva suonato con personaggi del calibro di Eric Clapton e cantato con Luciano Pavarotti. Voci narranti, quella dello stesso Daniele, tratta dalle sue interviste, e di Claudio Amendola.
Tantissimi gli interventi-ricordo tra cui quelli di Renzo Arbore, Peppe Servillo, Enzo Biagi, Stefano Bollani, Luciano Pavarotti, Massimo Ranieri, Jovanotti e Vasco Rossi. «A Pino Daniele dobbiamo il fatto di aver inventato un suono, un linguaggio. Con lui abbiamo vissuto una stagione straordinaria con concerti che avevano al loro interno brani di 12 minuti e lunghi assoli come non si erano mai visti prima in Italia - spiega il regista - La cosa straordinaria è che Pino Daniele non è mai stato popolare come oggi». Spiega invece Senese: «Quando penso a quegli anni e ai primi concerti con Pino Daniele, mi ricordo che c'era tanta gente che piangeva. Allora dicevo a me stesso: "sta succedendo qualcosa di terribile". Con lui abbiamo trovato la nostra anima. Eravamo finalmente tutti napoletani: un solo linguaggio, una sola anima».
Secondo Tullio De Piscopo, la grande forza di Pino Daniele «era nel live. Era intelligentissimo e aveva capito che quello era il momento di fare una certa musica. Lui ci ha reso tutti più bravi di quello che siamo davvero». L'attore Enzo Decaro parla della musica di Pino Daniele come di un vero nuovo Rinascimento: «Quando l'abbiamo incontrato lui cercava di dire in poesia e musica quello che cercavamo di dire noi con La smorfia». Unico romano in conferenza stampa, alla quale era presente Cristina la primogenita del musicista, Claudio Amendola: «Sono sempre stato uno dei suoi fan più scatenati e assidui. È stato un ponte, per tutti quelli della mia generazione, nel raccontare la vera anima di Napoli: questo il grande regalo che Pino ha fatto all'Italia tutta».
Il Messaggero