È stata alla stampa “Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa” a cura di Karole P. B. Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, con Gražina...
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Karole P. B. Vail ha introdotto la mostra, che è un vero e proprio omaggio a quel rapporto unico che si instaurò tra Peggy Guggenheim e Venezia, dove la collezionista decise di trascorrere gli ultimi trent’anni della sua vita, dopo Parigi, Londra e New York.
«Quest’esposizione rappresenta il momento clou di un anno dedicato a due importanti ricorrenze per la storia del nostro museo: i 70 anni dalla prima mostra di scultura contemporanea realizzata da Peggy a Palazzo Venier dei Leoni, e i 40 anni dalla sua scomparsa, il 23 dicembre del 1979. Ho ritenuto dunque doveroso dedicare un focus al collezionismo di questi 30 anni, ricordando Peggy come l’ultima Dogaressa, appellativo che le venne dato in occasione del suo 80° compleanno: un riconoscimento a ciò che fece costituendo una delle raccolte d’arte più importanti del Novecento» ha dichiarato Karole P. B. Vail.
“Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa” offre al pubblico «l’opportunità unica di rileggere quella parte della collezione “più recente” ovvero post ’48, con occhi nuovi e di ammirare così anche opere raramente esposte, riflettendo sul percorso di vita di Peggy e su quello che rappresenta oggi per tutti noi l’enorme patrimonio che ha lasciato», prosegue la curatrice.
Con una sessantina di opere, tra dipinti, sculture e lavori su carta, vengono scanditi gli eventi che hanno segnato i trent’anni di vita in laguna, rivelatisi poi autentiche pietre miliari nella storia dell’arte del XX secolo, come la partecipazione alla XXIV Biennale di Venezia nel 1948, quando presso il padiglione greco espose la sua collezione, o la prima personale in Europa di Jackson Pollock nel 1950 nell’Ala napoleonica di Piazza San Marco.
In mostra capolavori come “L’impero della luce” di René Magritte e “Studio per scimpanzé” di Francis Bacon, accanto ai lavori dei maestri italiani come Tancredi Parmeggiani, Emilio Vedova ed Edmondo Bacci, testimonianza del legame tra Peggy e la città.
Non mancano due artiste donne care alla mecenate, testimonianza del suo sostegno alle figure femminili nel mondo dell’arte: Grace Hartigan e Irene Rice Pereira, a cui la collezionista dedicò anche una monografica ad Art of This Century nel 1944. Per la prima volta fanno il loro debutto alcuni preziosi scrapbooks: album in cui Peggy raccolse con meticolosa attenzione articoli di giornali, fotografie, lettere, inviti delle sue mostre.
Contestualmente, le sale di Palazzo Venier dei Leoni ospitano la maggior parte delle opere acquistate tra il 1938 e il 1947, tra cui “Scatola in una valigia” realizzata da Marcel Duchamp nel 1941 proprio per Peggy e raramente visibile al grande pubblico per la sua delicatezza, oggi eccezionalmente esposta nella sua interezza dopo un importante intervento di studio e restauro all’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze, sostenuto da EFG, Institutional Patron del museo.
Ad accompagnare la mostra una serie di attività collaterali strettamente legate ai contenuti dell’esposizione. Per rendere omaggio alla città che Peggy ha fortemente amato e ai suoi abitanti, il museo sarà aperto gratuitamente ai residenti dei 44 comuni della Città metropolitana di Venezia tutti i giovedì dalle 10 alle 18, dal 26 settembre al 23 gennaio 2020.
Inoltre, tutti i giorni alle 15.30, una presentazione gratuita accompagna i visitatori alla scoperta del percorso espositivo.
Il Messaggero