Patricia Arquette al Sardegna Festival: «Sui set, training contro le molestie»

L'attrice Patricia Arquette
«Quando feci quel discorso agli Oscar non mi riferivo solo allo show business, ma parlavo del 98 per cento di tutte le professioni in America, in cui le donne non sono...

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«Quando feci quel discorso agli Oscar non mi riferivo solo allo show business, ma parlavo del 98 per cento di tutte le professioni in America, in cui le donne non sono trattate come gli uomini, e dopo quella notte qualcosa è davvero cambiato: ma poi, da quando è arrivato Trump, non è successo più nulla». A dirlo ai giornalisti è Patricia Arquette, ospite del Filming Italy Sardegna Festival a Santa Margherita di Pula, in Sardegna, citando il celebre intervento con il quale, nel 2015 agli Oscar, stupì il mondo con un discorso femminista e rivoluzionario dedicando il premio vinto (come miglior non protagonista per l’interpretazione di Olivia Evans, coraggiosa madre single in Boyhood del regista Richard Linklater), a tutte le donne «non trattate in modo equo rispetto agli uomini». «Negli Stati Uniti, in seguito a quel discorso, qualcosa si mosse -spiega Arquette, da sempre impegnata in prima linea per i diritti delle donne- portando poi all’ondata che ha visto nascere Metoo e TimeUp».


I produttori, perché non vogliono essere citati in giudizio, «ora organizzano sui set dei training -racconta- che sensibilizzano rispetto alla violenza sessuale, alle molestie. Si tratta di corsi in cui si cerca di educare la crew ad essere civile, vale per tutti e non riguarda solo le donne». In pratica, spiega meglio Arquette, «si tratta di far capire che non è normale per un regista dire “siediti in braccio, piccola”, o rivolgersi in modo scorretto ad un omosessuale, solo per fare qualche esempio. Ma la cosa strana è che ci sia voluta tutta questa lotta per far sì che accadesse». Nonostante questo, secondo la protagonista di “Medium” «attualmente non esiste nessun paese al mondo in cui c’è parità di salario tra uomini e donne. Per quanto ne so, l’America è la nazione più ricca al mondo ma un bambino su cinque vive in condizione di povertà. Se le donne venissero pagate quanto gli uomini, metà della fame in America verrebbe eliminata». Quello che manca, ne è convinta, «sono gli uomini che sostengono le donne: quando accade, il cambiamento avviene dieci volte più velocemente».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero