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Il 18 febbraio ricorre il quarto anniversario della scomparsa del grande regista Pasquale Squitieri. La vedova Ottavia Fusco, per mantenerne viva la memoria, ha ideato insieme alla Fondazione Arteficina, il “Premio Pasquale Squitieri - Il Piacere della Libertà” riservato a giovani aspiranti registi e sceneggiatori. «Premieremo quei giovani cineasti capaci di esprimere originalità e coraggio nei loro lavori», ha detto Ottavia Fusco.
L’iniziativa, annunciata con una conferenza stampa alla fine dello scorso febbraio, avrebbe dovuto aver luogo in questi giorni, ma per ovvie ragioni di sicurezza in tempi di Covid-19 non è stato possibile ed è stata rinviata al prossimo autunno. Il Premio si farà, ma trattandosi della prima edizione, gli organizzatori vorrebbero farlo in presenza e non in streaming.
Chi era Pasquale Squitieri? Difficile definire un uomo dallo spirito libero e impetuoso come il grande regista, nato a Napoli il 27 novembre del 1938 nel popolare Rione Sanità. La sua vita e per osmosi il suo cinema sono un manifesto di anticonformismo e di libertà di pensiero. Un uomo che non ha mai avuto paura di cambiare e affermare la propria identità con forza e passione, insofferente ad ogni etichetta, trovando una contiguità, rara nell’arte, tra la vita vissuta e le sue opere. Sempre volto a cogliere le incongruenze della società, trattando argomenti controversi e scomodi, portando sullo schermo una cifra stilistica, tanto con il suo cinema storico quanto con quello di attualità, lirica e appassionata, figlia della scuola del suo amato e citato padrino cinematografico Sergio Leone, quanto lo sguardo antropologico di un documentarista nell’osservare il mondo senza filtri o bandiere prestabilite.
Per questo calza a pennello la definizione «Un uomo diversamente vivo» come nelle parole della sua amata moglie e promotrice di questo premio, Ottavia Fusco: «“Il piacere della libertà”… Così, in un famoso articolo, Alberto Moravia definiva una delle più invidiabili caratteristiche umane di Pasquale Squitieri: un grande spirito libero, un uomo coraggioso a scapito persino di se stesso. Un intellettuale imprevedibile e capace di opinioni sempre originali e fuori da qualsiasi schema. Un uomo senza etichette e per questo etichettato dai nemici (tanti) e amato dagli amici. Tantissimo. Ho pensato di creare questo Premio - afferma Ottavia Fusco - per ricordarlo, o meglio, perché non venga dimenticato. Un caro amico mi ha suggerito una definizione per Pasquale, adesso che non c’è più : il “diversamente vivo”. Definizione che condivido e che faccio mia con tutta l’anima». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero