Da Raffaello a Schiele, al Palazzo Reale di Milano le opere del Museo delle Belle Arti di Budapest

Da Raffaello a Schiele, al Palazzo Reale di Milano le opere del Museo delle Belle Arti di Budapest
E’ sempre un’esperienza arricchente per una sede espositiva ospitare una selezione di opere proveniente da un’altra prestigiosa istituzione: questo il connubio che si è...

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E’ sempre un’esperienza arricchente per una sede espositiva ospitare una selezione di opere proveniente da un’altra prestigiosa istituzione: questo il connubio che si è instaurato tra il Palazzo Reale di Milano e il Museo delle Belle Arti di Budapest, il quale ha spedito 76 opere della sua collezione, che vanno dal Medioevo al Novecento, nel centralissimo spazio espositivo meneghino. La retrospettiva Da Raffaello a Schiele. Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest, come ha dichiarato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura, «conferma la collaborazione tra il Comune di Milano e il Museo di Budapest» ed è nata «dopo il grande successo dell’evento dello scorso Natale che ha visto il museo ungherese prestare eccezionalmente la Madonna Esterházy di Raffaello per il consueto appuntamento d’arte a Palazzo Marino, che propone ogni anno un focus su singoli capolavori di grandi artisti».







L’attuale mostra punta a valorizzare al meglio l’arte del museo prestante: il percorso di visita, infatti, segue la disposizione “ungherese” e invita il pubblico a godere di una sorta di museo “ideale” in cui ammirare le meraviglie del Cinquecento, del Seicento, del Settecento, passando per l’Età barocca, il Simbolismo e l’Espressionismo, e concludendo con le composizioni delle Avanguardie. Tra le opere che il pubblico può ammirare fino al 7 febbraio 2016 nelle grandi sale del Palazzo affacciato sul Duomo spiccano la luminosa bellezza della Madonna Esterhazy di Raffaello, la seducente Salomè di Lucas Cranach il vecchio, Giaele e Sisara della splendida e consapevole mano di Artemisia Gentileschi, le Sirene di Rodin, i Tre pescherecci di Monet, la Maddalena Penitente di El Greco, il Paesaggio di Claude Lorrain, la Coppia di sposi di van Dyck, il mitologico Apollo dormiente e le Muse di Lorenzo Lotto e il San Giacomo di Tiepolo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero