Palazzo Pitti svela il pittore romantico "segreto" alla corte dei Signori di Firenze

Servizio di Laura Larcan. Montaggio Ag.Toiati Amava la letteratura, sua continua fonte d’ispirazione, Dante, Boccaccio,...

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Servizio di Laura Larcan. Montaggio Ag.Toiati

Amava la letteratura, sua continua fonte d’ispirazione, Dante, Boccaccio, Ariosto, Manzoni. E la storia italiana. Non a caso le grandi committenze avevano come tema principale le imprese da revival storico. Romantico nell’anima e nell’estro, soprattutto nel ritrarre le celebrità della sua epoca, la nobiltà elegante, ma anche la fiera borghesia che avanzava in Europa. Giuseppe Bezzuoli è il pittore protagonista della Firenze all’alba dell’Ottocento.

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Al passo con i grandi maestri dell’epoca, come Francesco Hayez e il genio francese di Ingres, attivo a Firenze proprio contemporaneamente a Bezzuoli. Pensare che i giovani esponenti americani della Hudson River School frequentavano l’Accademia di Belle Arti di Firenze per seguire le lezioni di pittura di Giuseppe Bezzuoli, che contava tra i suoi più celebri allievi persino Giovanni Fattori, guida futura dei Macchiaioli. Un personaggio forse poco noto, ma che ora viene riscoperto dalla mostra personale che gli dedica Palazzo Pitti fino al 5 giugno per un’intuizione del suo direttore Eike Schmidt.

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Una carriera scandita attraverso 130 tra dipinti, sculture e disegni, persino i suoi interessantissimi taccuini, nei quali si leggono le sue annotazioni, con prestiti da musei e collezioni italiani e stranieri. Sorpresa nella sorpresa, è l’ambientazione. Tutto sfila nei lussuosi spazi della Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti. Scelta non casuale. Alcune sale del percorso sono state addirittura decorate da Bezzuoli per il granduca Leopoldo II. Scenografia perfetta dove l’artista e i suoi contemporanei vengono fatti rivivere tra le sete delle tappezzerie e i mobili dell’epoca. Un set teatrale.

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Il Messaggero