Emozioni in scena, applausi ogni sera per tutte le sere. Uno spettacolo che colpisce subito a segno, spiazzando il pubblico. Il coraggioso direttore artistico dell'OffOff...
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Un filo conduttore di un progetto che la vede vittima e carnefice dei propri figli. Così i personaggi Valerio, Riccardo e Fabio, sono il frutto di una città che sa donarci e privarci di emozioni in egual misura. Uno spettacolo di denuncia contro un momento storico ed una situazione sociale che tocca nel profondo anche i più giovani, sempre più pericolosamente vicini a quell'estremo pensiero di una destra spietata che non si cura dei più deboli, dando luogo ad episodi di xenofobia, omofobia e puro odio. Al grido di "Italia agli Italiani, Roma ai Romani", i violenti quadri dipinti da Franci, prendono forma nei luminosi giochi di luce curati da Umberto Fiore, alternati alle elaborazioni digitali di Marco Aquilanti. Uno spettacolo che colpisce allo stomaco, delineando realtà figlie di una cronaca che assimiliamo giornalmente tra le pagine dei quotidiani. Applausi ed emozioni che si ripetono fino a domenica 21 ottobre.
Poi si ricomincia: martedì 23 (in replica fino a domenica 28) con la prima dello spettacolo “La Confessione. Un Prete Gay Racconta La Sua Storia”, tratto dall'omonimo romanzo del giornalista, vaticanista e biografo di Papa Giovanni Paolo II, Marco Politi, con l'interpretazione e la regia di Alfredo Traversa. Un’occasione unica che parte da Roma, la città ideale, tra umano e divino, sensualità e spiritualità. L’opera nasce da un incontro con un prete che ha raccontato il suo mondo ed il suo vissuto. Dall’entrata in seminario alle saune, dalla sospensione alla celebrazione eucaristica. Un calvario attraverso le scomuniche della gerarchia ecclesiastica e la comprensione dell’uomo e dei suoi desideri carnali. Una testimonianza drammatica e sincera di un prete cattolico che scopre di essere omosessuale, raccontata sul palco mentre, nella vita reale, è in giro per Roma. Non ha segreti, si mostra al pubblico proprio come nell’atto di una confessione piena. Non c’è mediazione. Il suo corpo e la sua anima sono davanti agli spettatori.
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Il Messaggero