Nuoto sincronizzato, che passione: a Roma è boom di iscrizioni ai corsi

Nuoto sincronizzato, che passione: a Roma è boom di iscrizioni ai corsi
La storia racconta che quando fu inaugurato il Colosseo, durante le giornate di giochi, gladiatori e venazioni fecero la loro prima apparizione anche delle danzatrici...

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La storia racconta che quando fu inaugurato il Colosseo, durante le giornate di giochi, gladiatori e venazioni fecero la loro prima apparizione anche delle danzatrici d’acqua. È difficile però ricondurre la nascita del nuoto sincronizzato a quel periodo storico, in quanto questa disciplina si è imposta solo alla fine degli anni settanta, divenendo disciplina olimpica addirittura nel 1984. Recentemente però il nuoto sincronizzato è cresciuto in maniera esponenziale, divenendo in poco tempo uno degli sport più amati dalle bambine romane fra i 6 e i 16 anni. La conferma arriva direttamente dal comitato regionale della Federazione Italiana Nuoto. «Le iscrizioni nell’ultimo anno – dice il presidente Gianpiero Mauretti - sono aumentate del 40%, soprattutto per i corsi Propaganda, ossia quelli non agonistici. Questo boom naturalmente ci riempie di gioia, ma ha comportato due problematiche: la carenza degli impianti dove poter svolgere le gare, e la mancanza di istruttori qualificati all’insegnamento».

 

Oramai in tutti i centri sportivi della Capitale, dal Nautilus Sporting center al Villa Aurelia, dall’Empire all’Athlon è un proliferare di sincronette – come vengo definite in gergo - intente a imparare a memoria i movimenti da riproporre in acqua. «A mio avviso dietro il boom del nuoto sincronizzato – spiega l’ex commissario tecnico della nazionale e attualmente responsabile tecnico organizzativo della Federazione, Laura De Renzis – c’è la possibilità di coniugare in un’unica disciplina l’amore per il nuoto, per la musica e per le discipline artistiche come la danza e la ginnastica. Le bambine possono dar sfogo alla loro creatività senza dimenticare la disciplina e il gioco di squadra che sono alla base di questo sport». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero