Notte di note sulla Scalea, stagione tra ninfe e satiri

Notte di note sulla Scalea, stagione tra ninfe e satiri
Non tutti i dj possono annoverare, nel loro curriculum, di aver avuto un pubblico tanto speciale da essere guidato da un'icona del calcio qual è Francesco Totti....

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Non tutti i dj possono annoverare, nel loro curriculum, di aver avuto un pubblico tanto speciale da essere guidato da un'icona del calcio qual è Francesco Totti. Ovviamente è riduttivo legare la carriera di Fabio Ottaviani a questo momento, ma certamente aver fatto da colonna sonora, insieme a Coccoluto e Frankie Hi Nrg, ai 40 anni dell'indimenticabile capitano ha il suo perché («una persona eccezionale», dice di lui oggi). Una carriera, quella di Ottaviani, che inizia per necessità: «Quando andavo a ballare, negli anni Novanta, non mi piace quello che gli altri dj selezionavano. Erano, quasi sempre, brani commerciali, privi di originalità».

 
Nel 1991, arriva la prima residenza, al Caffè Latino, dopo una serata dedicata all'Acid Jazz. Collezionista di vinili, ex batterista, è da sempre affascinato dall'electropop e della disco, che ha portato nei migliori locali della capitale e di Milano, cercando sempre di far scoprire sound nuovi. Recentemente, è stato resident al The Sanctuary (con la serata Ma Cumbia), mentre adesso, è impegnato nella divulgazione della Cumbia, con il progetto Banda Social, insieme a Lune Fe (nella foto piccola, a lato). E con questa formazione arriva, per tutta l'estate, al Satyrus - ospite del padrone di casa, Edoardo Corcos - con una performance che fa il giro del mondo, grazie ad una esplorazione musicale a 360 gradi (e sempre dal vivo). A chi vuole avvicinarsi al lavoro di dj, dice: «E' facile salire in consolle, con le nuove tecnologie. Mixare vinile era tutt'altra cosa, che richiedeva tecnica e abilità (e per questo li usa ancora oggi, ndr). Per questo, il mio consiglio, a chi usa le macchine, è di diventare grandi esperti di musica e di evitare di fossilizzarsi su un solo genere: solo così ci si arricchisce culturalmente, ma anche a livello di tecnica».

Sabato 25, dalle 19. Satyrus, Scalea Bruno Zevi Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero