Non si ruba in casa dei ladri, la nuova commedia dei Vanzina: «Ridiamo con Mafia Capitale»

Che succede quando un cittadino onesto viene derubato da un politico intrallazzatore e decide di vendicarsi riprendendosi, con una truffa escogitata a regola d’arte, quello...

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Che succede quando un cittadino onesto viene derubato da un politico intrallazzatore e decide di vendicarsi riprendendosi, con una truffa escogitata a regola d’arte, quello che gli è stato sottratto? Risponde nel segno della risata il nuovo film di Carlo Vanzina “Non si ruba a casa dei ladri” , girato tra Roma e Zurigo, interpretato da Massimo Ghini, Vincenzo Salemme, Stefania Rocca, Manuela Arcuri e Maurizio Mattioli. Sarà nelle sale dal 3 novembre con Medusa. Oggi ilmessaggero.it offre ai suoi utenti una clip esclusiva del film che rinnova la tradizione della commedia italiana di costume. "Ridere dei vizi nazionali", spiega il regista Carlo vanzina, "fa parte del dna del nostro cinema migliore". Dietro i protagonisti della storia (l’onesto imprenditore Salemme, il politico maneggione Ghini) e le loro peripezie tragicomiche si nascondono figure ed episodi dell'attualità recente, riconducibile all’inchiesta Mafia Capitale. Scena-clou del film: un irresistibile toga-party ricalcato sulle cronache che tennero banco sui media qualche stagione fa.


“Forse questo è il film qualcuno si aspetta da noi, cioè una commedia finalmente e autenticamente, all’italiana”, spiega lo sceneggiatore Enrico Vanzina. “La storia è incollata alla realtà, umilmente ispirata al vecchio capolavoro di Dino Risi  “In nome del popolo italiano”. I dialoghi sono veri e un po’ scorretti, come nella vita che scorre fuori dai cinema. Abbiamo raccontato “Mafia Capitale” in maniera leggera. Ma il film lancia un messaggio pesante: i corrotti romani non sono invincibili. Perché sono dei miserabili”.

Aggiunge Carlo Vanzina: “Per portare in scena la rivincita di un uomo onesto su un sistema inquinato abbiamo preso spunto dalle cronache degli ultimi tempi. E ci siamo sforzati di muoverci sulla scia delle commedie italiane più riuscite dei decenni scorsi che prendevano spunto dalla realtà per raccontare divertendo temi complessi e complicati”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero