Ha distribuito gratuitamente disegni autografi, ha esposto opere in Italia e all'estero, ha allestito mostre dove le opere si vendono in cambio di idee, non di moneta. E...
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IL DIBATTITO
Sul caso si inserisce anche Vittorio Sgarbi. «Il suo nome non è mai arrivato alle mie orecchie» dice il critico d'arte, che aggiunge, tra le altre cose: «La parola performance è vecchia. Arte relazionale? L'arte è relazionale. Magari è anche simpatico». La contestazione, poi, arriva in batteria dal Pd, all'indomani delle nomine decise dalla sindaca Virginia Raggi per la guida dell'azienda speciale (partecipata al cento per cento dal Comune) che gestisce Palazzo delle Esposizioni, Macro e Mattatoio. «Per la presidenza Palaexpo, dove col centrosinistra siedeva il manager di livello internazionale Franco Bernabè, la Giunta M5s Raggi ha scelto Cesare Pietroiusti, laureato in Medicina, noto per performance artistiche quali mangiare banconote e poi espellerle. Ecco la differenza», scrive su twitter il deputato democrat Michele Anzaldi.
«Siamo sgomenti», il commento che arriva dal Pd regionale, a proposito della scelta della sindaca Raggi. E aggiunge, ancora tra gli esponenti del Partito democratico, il consigliere comunale Marco Palumbo: «È quantomeno bizzarra la scelta di Cesare Pietroiusti come presidente del Palazzo delle Esposizioni. L'uomo che evacuava banconote si ritrova a dirigere una delle aziende clou della macchina culturale».
LA RISPOSTA
A ribattere dal Campidoglio è il vicesindaco Luca Bergamo. «Le parole e gli argomenti con cui esponenti locali del Partito democratico commentano la nomina di Cesare Pietroiusti, artista, alla presidenza di Palaexpo, sono la triste testimonianza della modestia del pensiero politico e culturale di chi le ha pronunziate», sottolinea l'esponente della giunta capitolina. E poi, nello specifico della figura nominata dalla Raggi: «Il percorso artistico, accademico e personale di Cesare Pietroiusti lo qualifica perfettamente quale presidente del nuovo Cda nel cui seno alberga il mix di competenze necessario per indirizzare l'azienda insieme al direttore generale cui lo statuto assegna rilevanti compiti manageriali». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero