Ammaniti e “Anna”, la serie distopica di Sky su un'apocalisse causata da un virus

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«Immaginiamo un mondo che non è mai esistito nella storia dell’umanità: un mondo in cui ci sono solo bambini. Qual è la loro strategia di sopravvivenza. Cosa fanno? Costruisco la narrazione su questo aspetto; è quello che ho fatto con il mio libro» ha detto Niccolò Ammaniti, che in un’intervista a Variety, parla di Anna, la serie Sky Original, commissionata da Sky Studios per Sky Italia prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Mieli con Lorenzo Gangarossa per Wildside, una società di Fremantle, in coproduzione con Arte France, The New Life Company e Kwa‹ e di cui oggi è stato rilasciato il teaser trailer.

La serie, come il libro pubblicato da Einaudi, è incentrata su una strana distopia biologica: «La storia si svolge quattro anni dopo una sorta di apocalisse causata dall’arrivo di un virus che si ritiene abbia colpito l’intera popolazione mondiale, uccidendo adulti e lasciando in vita i bambini. Questi bambini possono crescere fino alla pubertà, fino a quando non sviluppano diversi tipi di ormoni che attivano il virus. A quel punto moriranno rapidamente, un po ‘come con COVID-19, dopo aver sofferto di insufficienza respiratoria», dice l’autore che al centro di tutto ha messo una ragazza di 13 anni in Sicilia.

 

Secondo progetto televisivo di Ammaniti dopo The Miracle, Anna, scritta con Francesca Manieri, è attualmente al montaggio: le riprese sono state interrotte a marzo per l’emergenza sanitaria, successivamente sono state riprese tornando in Sicilia. Prossimamente la messa in onda su Sky e Now Tv.

«Quando ho deciso di fare la serie, la cosa fondamentale è stata non raccontare la stessa storia del libro. I protagonisti sono Anna e suo fratello come nel romanzo ma volevo - prosegue Niccolò Ammaniti - allargare questo mondo. In questa versione più lunga, mi sono concentrato sulla struttura sociale umana che li circonda. Tutti i cattivi e anche i buoni. I personaggi secondari diventano molto più importanti. Con Anna in testa, ovviamente».

L’esordiente Giulia Dragotto (13 anni, scelta fra oltre duemila candidate) è la ragazzina protagonista, che parte alla ricerca del fratellino rapito, Astor - interpretato da Alessandro Pecorella (9 anni, anche lui alla sua prima apparizione in TV). Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono più, dovrà inventarne di nuove. La verosimiglianza tra romanzo, serie tv e realtà pandemica è curiosa perchè la serie racconta non solo il «post», ma anche il durante, «per ogni bambino raccontiamo come il personaggio ha vissuto la pandemia. Come erano prima e anche cosa sono diventati dopo quattro anni. Così mi sono ritrovato a girare scene in cui avevo madri che dicevano cose come: «Non posso tenere i miei figli qui perché Palermo è un focolaio (virus); dobbiamo mantenere le distanze! Non è più sicuro restare qui, un caso a dir poco incredibile».

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Il Messaggero