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NEW YORK - «Se continuiamo su questa strada nel giro di pochi decenni avremo l'invasione dei rifugiati climatici, dobbiamo mettere un freno alla distruzione dell'ambiente». Questa la previsione di Louie Psihoyos, premio Oscar per il documentario The Cove con il quale aveva scosso le coscienze sulla mattanza dei delfini in Giappone, che ieri a New York ha presentato il nuovo Racing Extinction, docu-film sull'estinzione delle specie animali cui seguirà quella dell'uomo.
Non un semplice documentario ma un vero e proprio atto d'accusa nei confronti di alcuni paesi, Cina e Stati Uniti in particolare, maggiori produttori di Co2 del pianeta. Un film che inizia in maniera drammatica - con la registrazione del richiamo d'amore in un'isola delle Hawaii, dell'ultimo esemplare dell'uccello Kaui O'o rimasto senza risposta per mancanza di esemplari femminili - per poi virare poi stile James Bond con tanto di telecamere nascoste, alta tecnologia e infiltrati speciali, che documentano il mercato internazionale di animali rari e in via di estinzione nei peggiori bassifondi di Indonesia, Argentina, Thailandia, Cina, Hong Kong e Tonga.
«Quello che voglio - spiega il regista - è scatenare l'emozione, sono convinto che i film possono essere l'arma più potente, la migliore arma di costruzione di massa» perciò per la presentazione di Racing Extinction è stato creato un evento televisivo globale che coinvolgerà 220 nazioni il 2 dicembre quando andrà in onda, a seconda dei fusi orari, dalla Nuova Zelanda agli Usa passando per l'Italia dove Discovery channel (canali 401 e 402 di Sky) lo proporrà alle 21.
Il Messaggero