New York, chiude dopo 80 anni l'ultimo negozio di spartiti di musica classica

La proprietaria di "Frank Music Company", Heidi Rogers, all'interno del negozio (wsj.com - foto Keith Bedford)
Non sono bastati quasi ottant’anni di onorato servizio per scongiurare il peggio: “Frank Music Company”, l’ultimo negozio di spartiti di musica classica di New York,...

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Non sono bastati quasi ottant’anni di onorato servizio per scongiurare il peggio: “Frank Music Company”, l’ultimo negozio di spartiti di musica classica di New York, saluta e chiude i battenti. Da venerdì prossimo questo pezzo di storia della cultura della “Grande Mela”, lo stesso in cui si servirono artisti del calibro dei pianisti Emanuel Ax e Jeremy Denk, della violinista Pamela Frank e del violoncellista David Finckel, abbasserà le serrande per sempre. Colpa del maledetto calo delle vendite, a cui ha contribuito non poco la trasformazione tecnologica e digitale, una rivoluzione che ha modificato in maniera irreversibile anche i connotati del mondo musicale.




“Siamo passati da 15, 20 persone al giorno a due o tre. È stato come sentirsi prima al centro dell'universo e poi completamente invisibili”, ha raccontato mestamente la sessantatrenne Heidi Rogers, che nel 1978 rilevò l’attività da colui che nel 1937 l’aveva intrapresa.



La medesima sorte del “Frank Music” purtroppo era capitata negli anni scorsi ad altri punti vendita newyorchesi del settore, un tempo tutti molto frequentati e di gran successo: nel 2009 a sventolare bandiera bianca era stato infatti “Joseph Patelson Music House”, seguito a ruota nel 2013 da “Dowling Music”. Nel 2014, invece, “J&R Music and Computer World”, che conservava ancora, unico nel panorama della metropoli americana, una zona dedicata esclusivamente ai cd di musica classica, decise di porre fine a questa sua particolarità. Insomma, una vera e propria ecatombe.



“L’idea che la musica classica sia irrilevante è ridicola - ha affermato con indignazione la signora Rogers, che dal suo locale, ubicato sulla West 54th Street, tra Broadway e la 8th Avenue, rammenta ancora con particolare emozione il giorno in cui il grande violinista e direttore d’orchestra Itzhak Perlman le telefonò per avere gli spartiti del compositore austriaco Fritz Kreisler. Ormai le restano solo i bei ricordi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero