Chi è stato ragazzino tra la prima metà degli Anni Settanta e l’inizio degli Ottanta non la potrà mai dimenticare: come si fa, del resto, a scordare il...
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E allora, a posteriori, benché per intere generazioni il personaggio di Nellie sia stato l’emblema della spocchia e dell’arroganza, ben vengano i suoi occhi vispi, le sue treccine bionde e quei vestitini alla moda così tanto detestati. Tanto più che Alison Arngrim, l’attrice che la interpretava, non era certo irritante, manipolatrice o malvagia quanto lei. Anzi.
Undicenne all’epoca del primo ciak de La casa nella prateria, nel 1974, Alison soffrì molto per l’immagine antipatica del suo alter ego. “Vestirne i suoi panni fu come avere la sindrome premestruale per sette anni”, raccontò in un’intervista, una intima confidenza a cui, poi, nel 2010, seguì la pubblicazione di un’autobiografia choc dal titolo che è tutto un programma (Confessioni di una puttana della prateria) in cui rivelò di essere stata violentata a sei anni da un familiare - il fratello Stefan, anch’egli attore -.
Oggi, scacciati i fantasmi del passato, la Arngrim è fortunatamente una donna felice. Ha 54 anni, vive a Los Angeles, dove continua a recitare e si dà da fare per i diritti dei malati di AIDS e dei bambini vittime di abusi, e, dopo un matrimonio fallimentare, si è risposata nel 1993 con il musicista Robert Paul Schoonover. E dei tempi della fastidiosa bambina della casa nella prateria cosa è rimasto? Sicuramente il feeling con Melissa Gilbert, volto e corpo di Laura Ingalls-Wilder, una delle sue migliori amiche. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero