Milano, al Pac arriva il Naturist Tour: addio vestiti per una visita guidata senza inibizioni

Milano, al Pac arriva il Naturist Tour: addio vestiti per una visita guidata senza inibizioni
Un modo insolito di trascorrere il sabato sera, un’esperienza tutta nuova di vivere il rapporto con l’arte e il suo creatore: oggi, 18 gennaio, al Padiglione...

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Un modo insolito di trascorrere il sabato sera, un’esperienza tutta nuova di vivere il rapporto con l’arte e il suo creatore: oggi, 18 gennaio, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano arriva per la prima volta il Naturist Tour, una visita guidata alla mostra “Australia. Storie dagli Antipodi” in cui sia l’artista, l’australiano Stuart Ringholt, che i partecipanti sono completamente nudi. Addio vestiti quindi e addio inibizioni per il tour da condividere con un gruppo di estranei, uniti dalla grande passione per l’arte: la visita, riservata al solo pubblico adulto previa prenotazione, prevede la descrizione in lingua inglese, con traduzione consecutiva, del lavoro di Ringholt e si conclude con un drink in compagnia dell’artista durante il quale «i partecipanti dovranno rimanere nudi», come indicato dagli stessi organizzatori del Pac.


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La scelta naturista nasce dall’essenza stessa dell’opera di Ringholt che punta a «mettere in discussione la relazione dello spettatore con l’architettura spazialmente confinata della galleria bianca», fa sapere il museo, in «una rara opportunità per rimuovere letteralmente le barriere materiali tra l’artista e il pubblico». Proprio Stuart Ringholt nei giorni scorsi ha condotto anche due Anger Workshops, dei laboratori per insegnare ai partecipanti delle semplici tecniche per esprimere lo stress e la rabbia in modo gentile: attraverso media diversi, dal collage al video, dalla scultura alle performance, l’artista australiano mira infatti a sottolineare la funzione sociale dell’arte, esplorando quelle situazione assurde e imbarazzanti che caratterizzano la quotidianità. Oltre a Ringholt, la mostra “Australia. Storie dagli Antipodi”, curata da Eugenio Viola e aperta fino al 9 febbraio, propone le opere di altri 31 artisti australiani di diverse generazioni in una sorta di lungo viaggio nell’emisfero meridionale costruito per indebolire l’idea stereotipata di “Australia”, attaverso la scoperta di storie personali, lingue, pratiche culturali e religiose.

 

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Il Messaggero