La Sapienza, così rinasce il murale di Sironi: via al restauro in Aula Magna

La Sapienza, così rinasce il murale di Sironi: via al restauro in Aula Magna
Restauro con lode. E' quello che vede protagonista da oggi il gigantesco dipinto murale che Mario Sironi eseguì nell'Aula Magna del Rettorato della Sapienza nel 1935....

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Restauro con lode. E' quello che vede protagonista da oggi il gigantesco dipinto murale che Mario Sironi eseguì nell'Aula Magna del Rettorato della Sapienza nel 1935. Opera che coronò ottant'anni fa l'inaugurazione della Città universitaria.


Prende il via oggi l'imponente cantiere di restyling dell'opera, vasta ben 90 metri quadrati di superficie, in cui Sironi celebrò "L’Italia fra le Arti e le Scienze". E' stato montato il grande e comodo ponteggio installato a spese dell’Università che già ha accolto l'équipe di tecnici di un cantiere del tutto speciale. Avrà un carattere didattico, e coinvolgerà gli allievi restauratori della Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, coordinati da restauratori docenti, e gli studenti dei corsi di laurea e di specializzazione in Storia dell’Arte seguiti da docenti del Dipartimento. Durerà circa un anno e mezzo, ed è il primo concreto risultato della collaborazione fra il Miur e il Mibact, forte di un recente protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso marzo. Nel dettaglio, per l’opera di Sironi è stata siglata ad aprile una specifica convenzione firmata dalla Sapienza e dall’Iscr.



Obiettivo dell'impresa è quello di affrontare per la prima volta in modo altamente scientifico i problemi conservativi e di presentazione di questo straordinario dipinto, che ha subito nei primi anni Cinquanta profondi ritocchi che nel mutato contesto storico-politico, puntarono a coprire e occultare le effigi e i simboli del regime. Come racconta la storia, per la decorazione dell’aula magna, l'architetto e direttore del progetto Marcello Piacentini indica al capo del Governo il nome di Mario Sironi. Il duce stesso riceve l’artista alla fine del 1933 e a lui affida “il compito arduo di illustrare il fascismo nella grande parete del salone dell’Università romana”. L’opera venne realizzata in appena due mesi.



Il precario stato di conservazione dell’opera aveva già richiesto, negli anni Ottanta, un intervento che tuttavia era stato limitato a porzioni circoscritte della superficie. A distanza di molti anni si rende invece necessaria un’azione conoscitiva e conservativa estesa all’intera superficie dipinta, supportata da una campagna di indagini diagnostiche. Alle indagini sono affidati, in particolare, gli interrogativi sul reale stato di conservazione dell’originale dipinto di Sironi e sull’interazione tra questo e le successive, pesanti ridipinture. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero