“Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà”: così raccontava la sua passione, il fotografo francese Henri...
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Cartier-Bresson, morto nel 2004, è riconosciuto in tutto il mondo come il padre del fotogiornalismo nonché come uno dei più grandi fotografi del ventesimo secolo.
Unendo testimonianza, racconto e arte, Cartier-Bresson ha vissuto tre periodi diversi durante la sua carriera: tutti raccontati dalla mostra dell’Ara Pacis, aperta a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa.
Si parte dal periodo in cui l’artista francese frequentava i surrealisti e affrontava i suoi primi grandi viaggi; si prosegue con il periodo della seconda guerra mondiale, in cui Bresson si impegnò politicamente, lavorando per la stampa comunista per poi arrivare dalla fine degli anni ’40 alla creazione della cooperativa Magnum Photos, fondata anche con Robert Capa.
Con oltre 500 opere esposte, tra disegni, fotografie e dipinti, la mostra vuole raccontare i cambiamenti vissuti da Cartier-Bresson durante la sua carriera, ma anche i tanti modi e mezzi usati per raccontare i cambiamenti della realtà vissuti dal francese. Così, l’esposizione è anche un modo per rileggere la storia del ventesimo secolo attraverso lo sguardo attento del fotografo e foto-reporter, spesso chiamato proprio “Lo sguardo del secolo”.
La mostra è accompagnata dalla rassegna di incontri tematici: a partire da alcune foto emblematiche, si allargherà lo sguardo al contesto e al mondo di altri autori. Gli incontri si terranno il 24 ottobre, il 7 novembre, il 21 novembre e il 12 dicembre alle ore 19.
La mostra di Henri Cartier-Bresson è visitabile fino al 25 gennaio 2015 presso il Museo dell’Ara Pacis. Per info. 060608. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero