Molestie, dive Usa del cinema: «Sul red carpet dei Globes vestite in nero per protesta»

La copertina di Time con il movimento "Me Too"
Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: «Times Up», il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha...

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Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: «Times Up», il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemie di aggressioni sessuali e di discriminazione che accumuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.


L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: «Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda», ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di «corporate responsability», hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: «Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio», scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi. Timès Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business.


La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo del sexual harassment quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Ieri proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che «il sistema giudiziario non è immune». Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani.
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Il Messaggero