Mentre i Thegiornalisti ballavano il tormentone dell'estate sulla riva della spiaggia di Riccione, Mirkoeilcane se ne stava seduto sotto all'ultimo ombrellone. E di...
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«Ho messo in luce un po' di stereotipi ma giusto come pretesto perché ce ne sarebbero stati almeno altri 50 ma la canzone sarebbe stata troppo lunga». L'obiettivo? «Non fare polemica sterile bensì mettere in evidenza alcuni problemi e poi proporre una soluzione che andrebbe accettata e messa in atto anche se poi ammetto che tra il dire il fare ce ne passa...». Un po' Daniele Silvestri e un po' Samuele Bersani, le tematiche sociali e i rapporti affettivi figurano spesso al centro delle sue canzoni, in cui quel più di personale è tutto nel suo sguardo di trentunenne un po' spaesato, esponente di una generazione di mezzo investita in pieno dalla rivoluzione internettiana ma con quel background analogico sufficiente da rimanerne sempre con un piede fuori. Trentenni o poco più che da piccoli «ancora giocavano in cortile e citofonavano agli amici per farli scendere», sorride.
Mirkoeilcane emerge dopo anni trascorsi dietro le quinte, come chitarrista in studio sia su dischi che per spot e sigle televisive. Impegnato nella scrittura di testi e musica per altri, nel 2016 decide di avviare una carriera musicale da solista, che viene consacrata con l’uscita del suo primo disco omonimo a gennaio. Nello stesso anno vince il Premio Bindi, il Premio Incanto, miglior testo e migliore interpretazione di cover al Premio Musica Controcorrente e il suo album figura tra le cinquanta opere prime candidate al Premio Tenco. A giugno 2017 vince Musicultura e a luglio firma un contratto discografico con l’etichetta Fenix Entertainment. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero